Romance & Champagne

Parata di stelle nella quale l’happy ending è d’obbligo.

New York, ultimo dell’anno. Marshall racconta una manciata di storie, un pugno di personaggi che sono destinati a rincorrere l’amore, un bacio a mezzanotte, una nuova vita oppure l’affetto di un parente. Tutto questo può accadere solo nella Grande Mela e solo alle 00.00. E accadrà.

Titolo che ricorda il più classico dei cinepanettoni, Capodanno a New York è una commedia sentimentale che si lascia andare a facili qualunquismi e banalità stucchevoli. Il regista è Garry Marshall, osannato autore di Pretty Woman, ma rimasto perennemente ingabbiato nel suo stesso meccanismo. Difatti, osservando in modo scrupoloso (ma neppure troppo) Capodanno a New York, si trovano facili e palesi analogie con il suo precedente progetto, Appuntamento con l’amore. Un’identica ouverture apre il film, anche se non si festeggia più S.Valentino, il giorno degli innamorati per eccellenza, ma l’ultimo dell’anno; l’intreccio è simile, se non addirittura copiato e incollato. Anche la sceneggiatrice è la stessa – Katherine Fugate – e gran parte della mancanza di innovazione va probabilmente imputata a lei, ma in fondo Marshall non compie nessuno scarto con l’opera precedente, utilizzando uno stile registico iper-convenzionale (piani americani e macchina da presa fissa sono gli elementi che si ripetono più frequentemente, in modo quasi disturbante) che si sofferma principalmente sui cartelloni pubblicitari piuttosto che sui visi degli attori, in un’abbuffata di star in costante ascesa e in perenne caduta libera.

Marshall, attraversando il paese (L.A.-N.Y. sola andata), porta con sé piccole storie, che dimostrano di sorreggersi pericolosamente: intreccio abbozzato – e conseguente svelamento scontato – abbellito naturalmente da un romanticismo stucchevole e perbenista.

Star e meteore del momento si alternano in un calderone di fugaci apparizioni e camei mascherati da comparsate che fanno emergere, progressivamente, i veri protagonisti della pellicola. Rigorosamente in ordine sparso si possono notare: Michelle Pfeiffer, Katherine Heigl, Robert De Niro, Jessica Biel, Hilary Swank, Ashton Kutcher, Sarah Jessica Parker, i cantanti Ludacris e Jon Bon Jovi, la diva televisiva Lea Michele (che casualmente canta) e Zac Efron, che dopo aver interpretato l’adolescenziale saga di High School Musical, è rimasto intrappolato in romantic comedy di second’ordine. La pellicola, considerata erroneamente corale, diventa un mero elenco di attori più o meno famosi, aspetto che non permette una sufficiente caratterizzazione dei personaggi (prove recitative piatte e prive di intenzione), che rimangono sospesi per due ore in un vuoto narrativo slla Grande Mela, da Times Square alla Seventh Avenue.

Marshall stecca sonoramente su tutta la linea: non convince, non coinvolge e non commuove. Pur salvando i titoli di coda (estratti del backstage, la parte più divertente del film), Capodanno a New York si rivela una pellicola decisamente inconsistente, che abusa in modo eccessivo di lustrini e di buoni sentimenti. Infatti, purtroppo, si ha la sensazione che il film sia una gigantesca operazione commerciale, una teca di cristallo da ammirare con soddisfazione e godimento, ma con cui è impossibile entrare in contatto perché troppo fragile e impalpabile.

Titolo originale: New Year’s Eve
Regista: Garry Marshall
Sceneggiatura: Katherine Fugate
Attori principali: Halle Berry, Jessica Biel, Jon Bon Jovi, Abigail Breslin, Chris “Ludacris” Bridges, Robert De Niro, Josh Duhamel, Zac Efron, Hector Elizondo, Katherine Heigl, Ashton Kutcher, Seth Meyers, Lea Michele, Sarah Jessica Parker, Michelle Pfeiffer, Til Schweiger, Hilary Swank, Sofia Vergara
Fotografia: Charles Minsky
Montaggio: Michael Tronick
Musiche: John Debney
Prodotto da New Line Cinema
Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia
Genere: Sentimentale
Durata: 118’