La tenera storia di un innamoramento complicato dall’età e dalle circostanze.

Quando amore fa rima con cuore
di Angelo Simone

Le storie di formazione partono avvantaggiate. Il protagonista è spesso un adolescente e la trama ci racconta il “prima” e il “dopo”, quei giorni carichi di avvenimenti che trasformeranno la sua vita. L’adolescenza poi, è un bellissimo tema, che risveglia emozioni in quasi ogni spettatore e i film che parlano di adolescenti hanno a volte il tocco magico che ce li fa amare alla follia. Questo può accadere, e forse accadrà a molti con l’ultima opera di Giacomo Campiotti, Bianca come il latte, rossa come il sangue, tratto dall’omonimo best seller di Alessandro D’Avenia. Tanti i motivi per cui la storia può intrigare: si parte da un romanzo di successo, il regista è coinvolto e ispirato, gli attori bravi e credibili, anche perché il protagonista, Leo, è interpretato da Filippo Scicchitano, attore che sta andando fortissimo nel nuovo cinema italiano. E anche gli ingredienti dell’intreccio si scoprono ben dosati: c’è una dolce ragazzina, Beatrice, per cui Leo farebbe qualunque cosa, c’è Silvia un’amica del cuore, c’è un professore illuminato, c’è lo scenario del trittico scuola-casa-amici che rende tutto dinamico e familiare. C’è anche un grande ostacolo da sormontare, che non anticipiamo per non raccontare troppo e sarà proprio questa difficoltà che porterà Leo a crescere e fare delle scelte intorno al suo mondo. Bianca come il latte, rossa come il sangue è quindi un affresco molto riuscito di una bella gioventù ed è proprio il ritmo di questi anni che Campiotti ha voluto trasmettere, come lui stesso racconta: «Mi sono molto divertito a girare questo film. Con grande libertà e leggerezza ho cercato di usare il linguaggio dei ragazzi, i loro ritmi bruschi e spezzati, e improvvisamente delicati e dolcissimi. Giorni che volano via inafferrabili e istanti infiniti conficcati nella carne». Le immagini si avvalgono di un commento sonoro straordinario, quello dei Modà, band amata dai giovanissimi e quindi particolarmente in linea con un’azzeccata strategia di marketing e distribuzione della pellicola. Agli occhi dello spettatore rimarrà l’eterno dilemma se sia meglio il libro o il film. Ciascuno troverà una sua risposta e magari, tornando a casa, rifletterà sulla possibilità concreta di aiutare gli altri, di condividere con chi è più sfortunato di noi un po’ di speranza e di partecipazione.

bianca-come-il-latte-rossa-come-il-sangue

Occasione sprecata
di Lorenzo Bianchi

Battere il ferro finché è caldo, andando dove si dirige il guadagno e guardare meno all’effettiva qualità. Questo sembra essere il credo che, purtroppo, spinge spesso a produrre alcuni film tratti da romanzi che, nel tempo, sono divenuti successi letterari. Non è una regola che vale per ogni trasposizione, ma per Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro D’Avenia: quando nel 2010 è stato pubblicato, forse nemmeno lui si aspettava un successo simile, e ora esce nelle sale la trasposizione cinematografica, che ha gli stessi pregi e difetti del romanzo.
Leo (Filippo Scicchitano) è un liceale svogliato, con una migliore amica, Silvia (Aurora Ruffino), un migliore amico, Niko (Romolo Guerrieri) e un amore impossibile, Beatrice (Gaia Weiss). Due eventi cambieranno la sua vita: l’avvento di un professore (Luca Argentero) comprensivo e diverso dagli altri “vampiri diurni” e sapere che Beatrice è gravemente malata…
Il romanzo di D’Avenia è divenuto famoso grazie al passaparola, diventando in poco tempo un vero e proprio fenomeno letterario, e non è difficile immaginare il perché. Scritto in maniera fluida e diretto prevalentemente agli adolescenti – alunni di D’Avenia come ispirazione, tanto che lui si impersona nel prof “sognatore” – e che quindi sa che corde toccare per emozionare e commuovere, con il difetto enorme di essere talmente puro da risultare a tratti costruito, finto, senz’anima. Lo stesso vale per il film, che si pone come la summa dei valori edificanti e dell’assoluto idealismo, posto in maniera fin troppo fastidiosamente didascalica. Dopotutto il film è indirizzato ad un pubblico molto giovane, e quindi non c’è dubbio che il messaggio possa arrivare forte e chiaro, un messaggio positivo dove esiste ancora un barlume di speranza in un mondo che ormai ogni giorno cerca di togliercela. In questo il ruolo del professore, così perfetto da risultare irreale, è la chiave: comprensivo, che insegna a lottare per i propri sogni e che ha sempre la frase pronta per i suoi ragazzi, anche se si tratta di frasi fatte, che il giovane Leo mal sopporta. E in questo allora risiede il vero lato positivo del film, con l’ottimo Luca Argentero professore e il giovane Filippo Scicchitano in costante crescita dopo il Luca del bellissimo Scialla!: i due sono capaci di regalare qualche momento forte assieme, qualche emozione, qualche vero spunto di riflessione. Beatrice e Silvia non sono altrettanto efficaci, anche a livello di recitazione, benché la vicenda della ragazza malata presenti comunque alcune sequenze forti e reali, educative per come bisognerebbe affrontare la malattia e aiutare ad affrontarla. I continui rimandi a Dio, l’atteggiamento sempre perfetto di ogni singolo personaggio, capace di fare la cosa giusta al momento opportuno, esasperando le reazioni e portando il film ad essere quasi un manuale del buonismo, senza il quale, forse, avrebbe potuto essere una pellicola ben più meritevole di elogi, rimanendo di fatto un’occasione sprecata.

Titolo: Bianca come il latte, rossa come il sangue
Regista: Giacomo Campiotti
Attori principali: Filippo Scicchitano, Aurora Ruffino, Gaia Weiss, Romolo Guerreri
Genere: Drammatico, Commedia
Durata: 102’
Anno: 2013
Produttori: Luca Bernabei, Matilde Bernabei
Casa di produzione: Lux Vide, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Fotografia: Fabrizio Lucci
Montaggio: Alessio Doglione
Musica: Andrea Guerra, Modà
Data di uscita: 4 aprile 2013