Amore in Affitto (also known as Apartment 12 o Life/Drawing) e’ un film del 2001 distribuito nel 2005 che ha l’unico merito di avere per protagonista il mio adorato M. Ruffalo qui ancora acerbo e praticamente agli esordi.


La pellicola, scritta e diretta da Dan Bootzin, si presenta con le caratteristiche della commedia overacted a tratti snervante e decisamente sgrammaticata: niente pare funzionare.
Dai tempi comici (sballati) alle recitazioni approssimative e indecise, tutto suona stridente come un graffio sulla lavagna, e i momenti meglio riusciti sono quelli in cui si tengono piccole dissertazioni di pittura e si elargiscono interessanti informazioni sul rapporto fra materiali luci e colori nell’arte contemporanea.

Ruffalo interpreta un’artista incompreso snob e solitario, mollato dalla ragazza perche’ povero e privo di fama e gloria.
Trasferitosi in un condominio di poche speranze incontra Lori (Beth Ulrich) una fanciulla carina ma decisamente ignorante in materia di pittura e affini, piu’ a suo agio con le armi e le divise (Lori è un militare).
La bizzarra relazione fra l’aspirante Pollack e la country girl sembra funzionare a stento, ed in questa prima fase si delinea l’unica idea originale e potenzialmente interessante del film, che tuttavia andava indagata meglio e con piu’ accortezza: il corteggiamento inteso ed esposto come “trascinamento” dell'”altro” nel proprio mondo , intendendo l’amore come condivisione di spazi che travalica e ingloba l’oggetto d’attrazione, da educare ai propri gusti e alle proprie passioni, al di la’ e al di fuori delle quali, il “superficiale” desiderio fisico appassisce e scolora.

Il tutto pero’ prosegue disegnato con un tratto che alterna il grossolano al lieve e surreale finanche pop e grottesco, con aggiunta di scene feticcio inutili e gratuite. A questo proposito vanno avvertiti tutti quelli che hanno urlato per le effusioni fra la Argento e il rottweiler, perche’ qui si baciano (davvero) ripetutamente una bionda e un pappagallo.

Visto come il film si chiude possiamo asserire con approssimativa certezza che solo una cosa  e’ peggio di un artista fallito, ed e’ un artista riuscito (secondo i canoni contemporanei almeno), mentre peggio di un finale scontato e banale c’e’ invece molto poco.

Amore in Affitto: Scoordinato.

La Frase: “L’artista non e’ interessato a dipingere il colore quanto la luce”, M. Ruffalo, Amore in Affitto, 2001.

Voto: 3