Viaggio al termine della notte

Tre storie, tre vite, tre destini persi nella notte, nei rispettivi crepuscoli esistenziali.

Assia (Nina Torresi) è l’unica superstite dell’esplosione che ha divorato l’autobus su cui viaggiava. È stata salvata da Matteo (Giorgio Pasotti), poliziotto di cui già prima la ragazza era invaghita e che da quel momento in poi diventerà per lei una sorta di ossessione, di anima gemella da inseguire. E così farà, dalla Campania fino a Bolzano, dove lui, dopo l’incidente, è tornato per tentare di rincollare i cocci della propria vita, tra cui un figlio, abbandonato da anni. Infine Enrico (Gianfelice Imparato), cabarettista sull’orlo del fallimento, che, con una pistola in borsa, incrocerà il destino degli altri due personaggi, inseguendoli fino alla fine della notte.

Primo lungometraggio – dopo numerosi corti e spot televisivi – del regista Francesco Prisco, Nottetempo è una produzione indipendente, che, se da una parte promuove nuovi talenti, dall’altra si avvale di un cast composto da volti noti della cinematografia italiana, in primis Giorgio Pasotti, reduce dal film Premio Oscar La grande bellezza.

La notte e il tempo, che si intersecano fino a deragliare, a far sfumare i confini di vite che si intrecciano. Il buio che avvolge le prospettive, che fa intravedere non tanto quello che c’è, quanto quello che si vuole vedere. Come Matteo: poliziotto intransigente, padre assente, ex compagno egoista e sfuggente, o angelo salvatore? E Assia: anima pura e sognante, alla ricerca di quel vero amore che Matteo incarna, o superstite di se stessa, destinata – forse per autopunirsi di non essere morta con gli altri – a un sentimento non corrisposto? E ancora, Enrico: comico, seppur decaduto, o marito disperato, pronto a tutto per tentare di colmare un vuoto incolmabile? Nessuno dei tre protagonisti ha un solo volto, preciso e definito. Le loro identità sfumano, le prospettive cambiano, mentre i tre macinano chilometri per avvicinarsi a qualcosa e fuggire da qualcos’altro. Per non sentire l’immobilità della notte e delle loro esistenze. Per cercare l’amore declinato in tre modi molto diversi: dagli affetti troppo a lungo ignorati di Matteo, all’amore immaginato e immaginario di Assia, fino all’amore perduto, da vendicare, di Enrico.

Un senso d’inquietudine, di eterna e irrisolvibile ricerca, di dispersione esistenziale, aleggia durante tutto il film, alimentato da un’ottima colonna sonora e dalle frequenti immagini di strade, automobili e motociclette, di mezzi di fuga sempre pronti a partire. Il tutto spalmato sull’asfalto della notte, che cala come un manto sui protagonisti della vicenda, stritolando e abbracciando allo stesso tempo le scene clou della pellicola.

Nonostante alcune scene ingabbino i protagonisti in immagini un po’ troppo caricaturali – specialmente il personaggio di Pasotti – la regia di Prisco riesce a trasmettere quel vuoto che è, forse, un vuoto generazionale. Quella sensazione di non sapersi dare una direzione, di inseguire vuoti e combattere contro mulini a vento, di camminare senza chiedersi il senso ultimo di quel movimento. Una generazione che Prisco – classe 1976, incarna bene – che, come Assia, insegue amori (in senso lato) impossibili, che, come Matteo, accumula rabbia inespressa e la ritorce contro di sé e contro chi ama, che, come Enrico, non sa più ridere e non sa se direzionare la propria pistola contro di sé o contro un ipotetico colpevole del malessere che lo tormenta.

Un voyage au bout de la nuit – per dirla con il titolo di un celebre romanzo di Céline – dove la notte spazza via il giorno e s’irradia degli anfratti delle vite implose dei tre protagonisti, nei gangli di un sistema nervoso che non sa più rispondere come dovrebbe. Un viaggio verso una notte che non termina mai, verso una notte che non ha una fine, che non ha un tempo, che, forse, non è nemmeno reale. Una “nottetempo” dove può succedere qualunque cosa, dove si può morire o ritornare a vivere.

Titolo: Nottetempo
Regia: Francesco Prisco
Produzione: Italia, 2013
Cast: Giorgio Pasotti, Nina Torresi, Gianfelice Imparato, Esther Elisha, Antonio Milo
Fotografia: Francesco Di Giacomo
Sceneggiatura: Annamaria Morelli, Francesco Prisco
Genere: Drammatico
Distribuzione: Videa – CDE
Durata: 100’