L’ombra dei potenti e la lucentezza della normalità

Tim Burton riprende le usuali atmosfere gotiche in un’avventura fiabesca poco speciale.

Atmosfere gotiche, esseri sovrannaturali, un’intensa aura di mistero. Nient’altro che la normalità per un regista – Tim Burton – che su uno stile così personale ha costruito una brillante carriera.

I titoli di testa scorrono su sfondi bui, nuvole di fumo, inquietanti fotogrammi ritraenti volti di uomini dagli occhi spiritati: tutto ciò che serve per creare un senso di attesa e di enigmatica ambiguità. D’improvviso, poi, la pellicola inizia con il bel sole della Florida, delineando immediatamente una precisa caratteristica del film: la forte contrapposizione tra luce e buio e tra giorno e notte. Jacob Portman (Asa Butterfield) è un ragazzino timido, introverso, piuttosto insicuro, che lavora presso un supermercato. Un giorno riceve un messaggio di pericolo dal nonno e si fa accompagnare presso l’abitazione dell’anziano. È già notte e, nell’oscurità del bosco, Jacob ritrova il nonno a terra morente e senza i bulbi oculari. Spinto dalle sue ultime parole e da una mappa da lui disegnata, Jacob decide di partire insieme al padre verso una piccola isola del Galles, dove, secondo i racconti che il nonno gli narrava da bambino, abita un gruppo di bambini “speciali”, dalle capacità e abilità straordinarie, gestiti e protetti da Miss Peregrine (Eva Green). Jacob scoprirà, così, una vera e propria comunità di “mutanti”, la cui vita e sopravvivenza dipende proprio dalle abilità speciali di Miss Peregrine, in primis dalla sua capacità di manipolare il tempo.

Come anticipato, una costante della pellicola è proprio il contrasto tra la luce e il buio, con la conseguente antitesi fra tranquillità e pericolo. Nelle ore diurne, infatti, non si avverte quel senso di rischio e minaccia che, al contrario, diventano predominanti nel momento in cui cala l’oscurità. Niente di nuovo e originale, è chiaro, ma Tim Burton dimostra ancora una volta di saper padroneggiare al meglio la materia. Una materia, al solito, composta da morti misteriose, da uomini assassinati senza occhi, entità vacue, scheletri, mostri che si muovono all’interno di una scenografia ottimamente studiata e ricca – che gode anche di un’illuminazione attenta e intelligente – e che si troveranno a interagire nella godibile scena del luna park sul boardwalk (in cui lo stesso Burton appare in un raro, rapido e “doloroso” cameo).

In questo ottovolante, però, non tutto gira a dovere e Miss Peregrine (tratto dall’omonimo libro di Ransom Riggs) pecca di due difetti in particolare: innanzitutto di una trama contraddistinta da snodi narrativi articolati e di non sempre immediata lettura; secondariamente di una riuscita solo parziale di alcuni dei personaggi principali, un vero peccato considerata la caratura e le potenzialità (anche in questo caso confermate) dei due interpreti: Eva Green e Samuel L. Jackson. In particolare Barron, il personaggio “cattivo” interpretato da quest’ultimo, non si dimostra incisivo come dovrebbe. Non appare terrifico, non sfoggia particolare potenzialità distruttive, non incute timori. Anche Miss Peregrine sembra non mantenere le promesse delle prime sequenze che la vedono coinvolta e la curiosità e il mistero verso il suo personaggio sembrano scemare scena dopo scena, fino a esaurirsi. Il rapporto tra i due si risolve, così, in una debole contrapposizione tra bene e male, dove la scissione risulta evidente, ma allo stesso tempo superficiale.

Tra Barron e Miss Peregrine vi sono Jacob e i bambini “speciali” con le relative abilità – l’invisibilità, la possibilità di far crescere la vegetazione, la leggerezza che rende possibile il volo, la capacità di spostare imponenti masse d’aria o di creare un incendio con la temperatura delle mani. La fuga dei ragazzi verso la salvezza, le sfide che devono affrontare per la propria sopravvivenza, la presenza del personaggio insospettabilmente eroe, trasformano il film gotico in un film d’avventura destinato a piacere per lo più a un pubblico di adolescenti o di giovani adulti.

Nonostante i punti deboli, però, la pellicola offre due interessanti spunti di riflessione. Innanzitutto pone in guardia dai veri mostri, quelli reali e storici – i nazisti – e quelli interiori – le paure, i dubbi, le insicurezze presenti in ciascuno di noi. Più marcatamente accenna alle potenzialità presenti anche nelle persone “normali” e a quanto le stesse persone, anche senza poteri, possono incidere nella vita quotidiana attraverso le proprie scelte e le proprie azioni.

Ricorrendo, dunque, al suo stile – al gotico, al fantastico, anche alla stop motion in una breve scena – e strizzando l’occhio alle fiabe antiche e moderne, Burton realizza una favola dark dal carattere adolescenziale, visivamente ben curata, che non disdegna il ricorso all’ilarità, ma che appare depotenziata a livello di scrittura e costruzione dei personaggi.

È un buon Tim Burton, ma meno “speciale” di altre volte.

Titolo originale: Miss Peregrine’s Home for Peculiar Children 
Regista: Tim Burton
Sceneggiatura: Jane Goldman
Attori principali: Eva Green, Asa Butterfield, Samuel L. Jackson, Ella Purnell
Fotografia: Bruno Delbonnel
Scenografie: Gavin Bocquet
Montaggio: Chris Lebenzon
Musiche: Michael Higham, Matthew Margeson
Produzione: Chernin Entrtainment, Tim Burton Productions
Distribuzione: 20th Century Fox
Genere: Avventura, fantastico
Durata: 127′
Uscita nelle sale italiane: 15 dicembre 2016