I figli degli operai fanno gli operai

Al Teatro Out Off, Corallina dimostra con intelligenza che lo status quo era ed è intoccabile.


Torna sul palcoscenico milanese uno tra gli spettacoli del Teatro Out Off, con la regia di Lorenzo Loris, che ha riscosso grande successo di critica e di pubblico fin dal suo debutto. E torna un testo di Goldoni che già nel 1986, nell’interpretazione di Anna Maria Guarnieri per Luca Ronconi, sa essere banco di prova per una lettura critica della società del Settecento e, altrettanto bene, di quella dei nostri giorni.

La commedia è stata rappresentata per la prima volta a Bologna, nel 1752. E per capire il perché della forza di questo testo, basta rileggere quanto scriveva lo stesso Goldoni: “Confesso il vero: non mi attendeva un esito così felice. Sapeva io dentro di me medesimo… che il carattere di Corallina potea far colpo; ma lettala per prima prova a’ Comici, l’applaudirono così poco, che quasi anch’io mi sarei determinato a sprezzarla”, e aggiungeva: “non esser vero che la Commedia, per piacere al popolo, abbia sempre da piacere a’ Comici, li quali non fondando il loro criterio che sulla pratica, non giungono a ravvisar perfettamente la delicatezza de’ caratteri e della condotta”.

In effetti, in questo testo Goldoni si allontana dalla Commedia dell’Arte e, da un lato, sceglie un percorso di ricerca nell’animo umano che gli permette di creare personaggi a tutto tondo, svincolati sempre più dallo stereotipo della maschera e, dall’altro, di ritrarre con vividezza la società nella quale si muove, dando così la possibilità al regista contemporaneo di svelare con corrosiva audacia i tratti poco edificanti di quell’ideologia che pone il denaro al di sopra di tutto: dei sentimenti, degli affetti e persino della vera amicizia.

Altro particolare importante è il ruolo centrale della protagonista. Sempre Goldoni: “Dicesi che Corallina parla più che da Serva, ed opera con troppo ingegno e con troppo fina condotta. Ciò è vero, se tutte le Serve hanno ad essere quelle sciocche… ma io ne ho conosciute delle bene educate, delle pronte di spirito, capaci de’ più difficili, de’ più delicati maneggi. Io non imbarazzo questa mia Serva in cose superiori al femminile talento”.

Certamente per Goldoni era normale parlare di maneggi femminili e, sicuramente, l’aggettivo amorosa era inteso come affezionata al suo padrone. Ma ancora una volta il testo di Goldoni e il suo linguaggio, che si libera in parte del dialetto (usato solo per le maschere) e riesce a esprimere con pienezza la complessità dei sentimenti e delle economie in gioco, regala al regista e all’attrice protagonista – Ronconi e Guarnieri ieri, Loris e Callegari oggi – la possibilità di disegnare una figura femminile dominante, moderna, machiavellica, scaltra e intelligente, che manipola gli altri e alla fine disillude se stessa, ufficialmente per il bene del proprio padrone, in realtà in favore di quella società gretta e meschina che lei però non vuole mettere in discussione.

A sottolineare la contemporaneità del testo, anche la scelta di una scena che rimanda a una Verona crepuscolare, lontana dai fasti del Settecento e vicina alle botteghe e alle cantine. Al posto dei mobili in stile, idee di mobili: letti, tavoli e sedie costruiti con tubi metallici e assi di legno. La scelta coerente di non usare le maschere, ma imporre ad alcuni attori movenze, sguardi e atteggiamenti da Commedia dell’Arte.

Mentre foto e video proiettati sui fondali forniscono, attraverso un simbolismo sotterraneo, il ritratto dei pensieri e dei veri sentimenti dei personaggi: l’ingranaggio che si compone come il maneggio nella mente femminile, la maschera straziata come l’urlo muto di Corallina che, a parole, si sacrifica a cuor leggero.

Sotto la superficie da Settecento divertito e divertente, nel quale l’intrigo serve a risolvere brillantemente qualsiasi situazione, amorosa o economica che sia, Loris – supportato da una splendida compagnia di attori – fa emergere tutto lo squallore di un mondo che, ieri come oggi, prescrive alla serva di rimanere serva e al signore di continuare a scialacquare impenitente sulle spalle altrui.

Lo spettacolo continua:
Fino al 20 dicembre
Orari spettacoli: da martedì a sabato ore 20.45, domenica ore 16
Teatro Out Off Via Mac Mahon 16, Milano
La Serva Amorosa di Carlo Goldoni
regia Lorenzo Loris
con Elena Callegari (Corallina), Giovanni Franzoni (Ottavio), Giorgio Minneci (Pantalone, Notaio), Paola Campaner (Rosaura), Stefania Ugomari Di Blas (Beatrice), Alessandro Tedeschi (Florindo), Nicola Ciammarughi (Arlecchino), Emilio Zanetti (Brighella), Davide Giacometti (Lelio)
scene Daniela Gardinazzi
costumi Nicoletta Ceccolini
consulenza musicale e musiche di Andrea Mormina
luci Luca Siola
fonica e video Fabio Cinicola
foto Agneza Dorkin