In esclusiva per Persinsala.it, abbiamo raggiunto il team di Distribuzione Indipendente, al secolo Giovanni Costantino, Alessandra Sciamanna e Daniele Silipo, per porre loro alcune domande sulle circostanze e sulle ambizioni che contraddistinguono il loro interessante progetto.

Ne abbiamo approfittato anche per chiedere loro alcune opinioni sullo status quo del cinema in Italia, soprattutto nell’ambito di più diretta loro competenza – ossia quello della cinematografia indipendente e alternativa – e sulle sfide e le armi a disposizione per affrontare la rispettiva distribuzione di queste categorie di opere.

Perché nasce il progetto Distribuzione Indipendente e con quale prospettiva economica ed estetica?
Distribuzione Indipendente: Distribuzione Indipendente nasce dalla volontà di dare visibilità e rilancio economico alla cinematografia italiana indipendente e autoprodotta, troppo spesso tagliata fuor i dalle logiche di mercato e di fatto invisibile. Intendiamo anche rilanciare quel lavoro sotterraneo e straordinario svolto da Cineclub, Circoli, Cinema d’essai e Associazioni Culturali, tra le poche realtà a proporre al pubblico la visione di un “cinema altro” capace di porsi come importante momento di crescita e sperimentazione.

Che mentalità Distribuzione Indipendente cerca di portare nel mercato?
DI: Più che di mentalità, parlerei di intento: non lasciarsi schiacciare dalle logiche di mercato e ritagliare nuovi spazi per la circuitazione delle opere.

Quali sono i motivi per cui bisognerebbe distribuire e investire su prodotti indipendenti?
DI: Ti rispondo con una contro domanda: e perché mai non dovremmo farlo ? I film del nostro catalogo si sono distinti in numerosi festival nazionali ed internazionali, spesso sono vere e proprie punte d’orgoglio per il nostro paese. Al di là di questo poi, la cosa più importante è che, nel cinema indipendente, risiedono la maggior parte dei prodotti speriment ali. E questa è una cosa che, da sola, vale tutti gli investimenti di questo mondo. Senza sperimentazione non si cresce, ma ci si fossilizza. Senza sperimenta zione, un a cinematografia, non evolve. Lamentarsi che il cinema ital iano è morto, quando sappiamo tutti che le cose non stanno così, è la cosa più irritante che abbiamo potuto constatare.

Esistono in Italia i presupposti sociali e soprattutto politico-economici per instaurare una cultura della distribuzione – e quindi del consumo di cinema indipendente che oggi appare praticamente assente?
Que sto lo vedremo, l’importante è provare e adottare sempre la politica del Fare.

Esiste il rischio che una casa di distribuzione indipendente, dovendosi relazionare comunque col mercato, possa fare delle scelte che potrebbero non sposare in toto la causa indipendente e quindi comprometterne il senso?
DI: No, se prima dei soldi viene sempre la propria onest à intellettuale. Anche perché “indipendente” non significa realizzare opere di bassa qualità o essere refrattari al mercato. Anzi, a nostro avviso è tutto il contrario: mercato e indipendenza possono benissimo andare d’accordo. Da qui l’esigenza di creare una distribuzione alternativa (in tutto e per tutto), che possa rendere giustizia a tutti coloro che operano in maniera non assistita.

Un film indipendente avrebbe bisogno di restare in una sala a lungo, del tam tam degli spettatori, quindi come conciliare tempi di permanenza più lunghi con un uso sempre più consumistico dei film, considerando anche che i cinema più celebri nelle aree urbane sono gestiti da network affiliati con le grandi produzioni?
DI: Distribuzione Indipendente non si è preoccupata soltanto di stilare un listino accattivante ma, come già detto prima, ha creato di fatto nuovi spazi per la circuitazione delle opere (ricordiamo che ad oggi, il nostro bacino potenziale di sale, tocca centinaia di schermi, tra circoli, cineclub, cinema d’essai e associazioni culturali). Quindi, di quello che fanno i cinema gestiti dai grandi network, ci interessa solo come spettatori, e non di certo come distributori. Inoltre, quello che dici, è vero solo se i film n on possono disporre di un lancio adeguato, e l’unica promozione possibile diventa quella del semplice passaparola. Noi stiamo lavorando in tutt’altra direzione: garantiremo ad ogni film in uscita (del nostro listino) il suo personale lancio, attraverso la stampa e il web. Oltre ad un lavoro mirato in loco, sul territorio, ovunque vi sia una sala “ affiliata ” al progetto.

Che programmazione dovrebbe sposare il cinema indipendente e con quali tipologie di sale intende collaborare?
DI: Come già detto, ci muoveremo all’interno di realtà che sono un po’la “ casa del cinefilo ” attento ed esigente, ovvero circoli, cineclub, associazioni culturali. Ma stiamo lavorando anche per aggiungere al circuito un numero consistente di sale tradizionali: abbiamo ricevuto molta attenzione in tal senso e ne siamo rimasti piacevolmente colpiti. Contrariamente a quanto si pensa, ci sono gestori appassionati, stanchi di pas sare i “soliti” titoli, e vogliosi di scommettere su un cinema nuovo.

Altro problema è quello di uscire dal circuito dei festival che, ormai soffocati dai nomi famosi di registi e star, danno sempre meno spazio alle produzioni indipendenti – soprattutto in Italia – e anche quando riescono ancora a presentare nomi/idee nuovi, hanno poco interesse a promuoverne la distribuzione.
DI: In realtà quello che abbiamo riscontrato noi, facendo questo lavoro, è l’esatto contrario: meno male che esistono i Festival! Uniche vetrine, in certi casi, per queste opere. I film del nostro catalogo, come già detto, hanno partecipato a festival in tutto il mondo, e in alcuni casi, fatto anche incetta di premi. È vero, in molto Festival il “ red carpet ” la fa da padrone, ma c’è anche tanta at tenzione al cinema indipendente (basti pensare alla sezione L’altro Cinema | Extra curata da Mario Sesti per il Festival Internazionale del film di Roma, al Riff di Roma, al SulmonaC inema Film Festival, o ancora al Sundance o al Raindance, se vogliamo guardare all’estero).

Quanto è importante per Distribuzione Indipendente la prospettiva dell’espansione su piattaforma web?
DI: Importantissima. Il cinema og gi non può prescindere dal web. Spesso c’è troppo timore verso internet, ma in realtà è una grandissima opportunità per tutti.

Quali sono i traguardi che Distribuzione Indipendente intende perseguire attraverso Internet?
DI: Stiamo lavorando per assicurare ai nostri film una vendita on demand sul web, nel mercato americano.