Recensione doppia per la prima produzione di Sky Italy per il cinema.

Noir che pesca a piene mani dalle cronache nere nostrane
di Andrea Ussia

Thriller noir che si svolge interamente nella trentina Val di Fassa, In fondo al bosco è un film di genere che nasconde segreti e misteri e che ha l’ambizione di racchiudere in un unico prodotto i recenti fatti di cronaca nera.

Manuel porta alla festa dei Krampus (una celebrazione nella quale gli abitanti del paese si travestono da diavoli) il figlio Tommi. Il bambino si allontana e non viene più ritrovato. La stampa e la polizia sospettano del padre, ma non ci sono prove e quindi l’uomo viene rilasciato. Dopo cinque anni di sofferenza, incredibilmente Tommi viene ritrovato, ma la madre e il nonno non sono del tutto convinti che sia realmente il bambino scomparso.

Prima produzione di Sky esclusivamente per il cinema, In fondo al bosco cavalca il genere noir con consapevolezza e consegna allo spettatore un’oscura immersione nei misteri della provincia italiana. Le premesse iniziali farebbero pensare a una pellicola “di confine”, tipologia di cinema che sta impressionando in questo ultimo periodo, invece l’opera seconda di Lodovichi non si spinge al di là della frontiera e preferisce costruire un noir familiare, oscuro al punto giusto e portatore di segreti e misfatti insanabili. Sono tanti (forse troppi) i livelli narrativi ostentati da In fondo al bosco, tuttavia la necessità di percorrere diverse strade (ognuna con la sua domanda, che trova la sua debita risposta in chiusura) permette al film di rendersi credibile e coinvolgente. Difatti In fondo al bosco non lascia decisamente delusi sotto il piano della suspense, inseguita e rilasciata a piccole dosi, un elemento fondamentale per tenere alta l’attenzione dello spettatore e che fa da collante alle varie svolte narrative.

Contraddistinto da demoni ricorrenti (quelli di un’agonia lunga cinque anni e quelli fantasiosi delle “favole” notturne), In fondo al bosco dimostra di possedere le carte in regola per farsi apprezzabile prodotto di genere. Una pellicola che forse pecca nell’esasperazione di una recitazione enfatica (nei momenti chiave), ma che sa tenere saldo il polso della situazione. Lodovichi non salva nessuno nel buio della provincia trentina a parte il padre (interpetrato da Filippo Nigro), a cui viene data una seconda chance. Saprà coglierla?

original

Nascosto in un bosco, il segreto di una notte lunga una vita
di Alessio Paolesse

L’opera seconda di Stefano Ludovichi è un thriller psicologico e un dramma familiare. Ispirato dai grandi artisti della pittura, il regista dipinge una storia di mostri e di leggende, raccontando il fondo di una storia oscura e raggelante.

Secondo la leggenda dei Krampus, quando dei giovani travestiti con pellicce e corna di animali vagavano per i paesi in cerca di provviste da depredare, si accorsero che tra di loro, uguale alle loro maschere, si nascondeva il diavolo in persona.

Ogni anno, il 5 dicembre, Manuel Conci (Filippo Nigro), come la maggior parte del paese, si traveste da Krampus: la leggenda vuole che queste creature vadano a caccia dei bambini cattivi. Quando durante la festa il figlio di Manuel, Tommaso (Teo Achille Caprio), scompare, per lui e sua moglie Linda (Camilla Filippi) inizia un periodo di profonda crisi. Dopo 5 anni Tommaso viene ritrovato, ma invece di riportare la gioia nella sua famiglia, la profonda spaccatura creatasi tra i due coniugi torna a riaprirsi, liberando i lati più oscuri e nascosti di questa storia.

Le maschere inquietanti dei Krampus, un paese circondato e isolato dalle Dolomiti, un bosco fitto e intricato che circonda i protagonisti. In fondo al bosco è una lenta, ma inesorabile, discesa nell’abisso dell’animo dei personaggi. Un thriller giocato sulla linea di confine del noir e dell’horror. Una pellicola che unisce ad una suspance controllata, ambientazioni oniriche e un’aura di profonda inquietudine.

Come il controllo della regia e della fotografia, tesa a realizzare un’immagine oscura e onirica dei boschi e del paese, l’intera struttura del film si regge su due linee narrative, il passato e il presente, entrambi mossi dall’esigenza di raccontare quei boschi e dei segreti che nasconde. Le numerose trame che popolano questo film lo arricchiscono di storie parallele, messe in gioco dalle vicende di quella notte e celate dalle maschere di risentimento e odio. Numerosi flashback guidano lo spettatore dentro un’intricata narrazione, lasciandolo, più volte, in balia di sentimenti contrastanti, ma da cui uscire sorpreso e meravigliato.

Il ritorno di Tommaso porta i genitori a mettere in discussione i loro problemi, celati dal silenzio di un paese isolato e immobile, come ghiacciato dal freddo, e per questo sempre uguale, idealmente sospeso dal tempo, rimasto in un passato dall’aspetto antico e medievale, portando a compimento quell’impegno del regista di realizzare un’opera artistica visivamente potente e minacciosa.

Il padre, unico capro espiatorio, vive un profondo senso di colpa e, al ritrovamento di suo figlio, è l’unico a prendersi cura del bambino; il solo a combattere la solitudine a cui l’interno paese, compresa la madre, ha lasciato Tommaso.

Filippo Nigro esprime tutta la solitudine di un padre lasciato solo, colpevole di un passato violento a cui sta cercando ogni giorno di rimediare, portando sullo schermo l’immagine di un padre sconfitto ogni giorno dai problemi, da una moglie fintamente remissiva e un paese chiuso dentro le sue convinzioni.

Lasciando che sia il pubblico a decretare il successo di questa pellicola, il film è prova di un talento nascente, capace di unire sotto lo stesso tetto influenze cinematografiche con leggende popolari, realizzando un’opera importante e coraggiosa.

Titolo originale: In fondo al bosco
Regia: Stefano Lodovichi
Sceneggiatura: Isabella Aguilar, Stefano Lodovichi, Davide Orsini
Attori principali: Filippo Nigro, Camilla Filippi, Teo Achille Caprio, Giovanni Vettorazzo, Stefano Detassis, Maria Vittoria Barrella, Roberto Gudese, Luca Filippi, Alessandro Corabi
Fotografia: Benjamin Maier
Montaggio: Roberto Di Tanna
Musica: Riccardo Amorese
Prodotto da Sky Italia, Onemore Pictures
Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 90′
Genere: Noir, Thriller