Con gli occhi dell’altra

Presentato fuori concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, il film di Soldini pone al centro dell’opera la cecità (tema già trattato, nel cinema italiani coevo, da La bestia nel cuore della Comencini, qui rappresentato dal personaggio della Rocca).

Per quanto concerne il sistema dei personaggi, il protagonista Teo è un uomo instabile, che passa senza coinvolgimento un’avventura all’altra (come il Johnny Marco di Lost in Translation); l’unico sprone a tenerlo in vita, è il suo lavoro di agente pubblicitario. Frequenta diverse donne, senza intessere per alcuna e privo diun coinvolgimento stabile e duraturo. Tanto si è allontanato e straniato dal passato familiare, da rifiutare di partecipare ad una cerimonia funebre su richiesta della madre. Un giorno, però, conosce Emma, un’osteopata cieca e un appunto al buio fra i due sconosciuti desta l’interesse di Teo. Attraverso la frequentazione, Emma si rivela come il personaggio più maturo e consapevole. E intrattiene un rapporto positivo e ben disposto verso la vita: infatti, la vediamo aiutare una ragazza ipovedente ed incitarla, nonostante le difficoltà, a non rassegnarsi alla propria condizione, a non abbandonarsi ad un’esistenza vuota Il personaggio di Emma, nella sua fragilità, può esser d’aiuto agli altri, in quanto non ha ancora perduto la speranza in se stessa e nel prossimo; come, mutatis mutandis, L’Irene Ravello interpretata da Barbora Bobulova in Cuore sacro di Ferzar Özpetek. Merito dello sceneggiatura è anche quello di saper costruire personaggi femminili a tutto tondo, lontanissimi dalle macchiette televisive ora voga. Un’altra delle riuscite del film risiede poi nel riuscito connubio fra la le ambizioni espressive e autoriali e la cattivante capacità di coinvolgere il pubblico nelle proprie scelte espressive. Se una determinata scelta stilistica non dev’esser mai obliterata,va tuttavia sempre giustifica, dal tema e dal soggetto prescelto. Come sempre nei film di Soldini, non manca lo sguardo partecipe e indulgente del regista, che non cela la sua vicinanza a personaggi fragili e indifesi, spesso abbandonati e soli, che pure trovano in sé la forza di riscattarsi. Infine, ricollegandosi al già menzionato film di Özpetek e alla sua protagonista femminile, è possibile scorgere un’analogia, da un lato fra l’Irene Girard interpretata da Ingrid Bergman in Europa ‘51 e la già menzionata protagonista di Cuore sacro, che esplicitamente si richiama al personaggio bergamiano sin dal nome; dall’altro fra la protagonista del film di Soldini e quello rosselliniano, a testimonianza di come i film girati insieme dal regista romano e dall’attrice svedese abbiano goduto negli anni di una notevole rivalutazione critica, tanto da fungere da fonte d’ispirazione per molti registi coevi, affascinati dalle figure femminili complesse e affascinanti raffigurate in quelle opere. Una sorta di fortuna postuma, potrebbe dirsi, quasi un tardivo riconoscimento. Anche sul piano formale, poi, mancano virtuosistici movimenti di macchina e musiche invasive, come se il regista adottasse un approccio minimale all’argomento trattato, evitando l’enfasi e le passioni coinvolgenti. L’estetica della sobrietà, scelta come titolo, si tinge talvolta delle sfumature più delicate e lievi del melodramma e del sentimentalismo; ma senza mai, com’è nello stile del regista, esasperare i toni e andare oltre. Un’opera anomala e senza dubbio interessante nel panorama italiano coevo, Se un appunto può muoversi al regista e sceneggiatore è quello di scegliere un finale forse eccessivamente facile e consolatorio, quasi prevedibile. Tale scelta di scrittura, tuttavia, non inficia, se non in minima parte, la buona riuscita dell’operazione.

Titolo originale: Il colore nascosto delle cose
Regia: Silvio Soldini
Soggetto e sceneggiatura: Silvio Soldini, Doriana Leondeff, Davide Lantieri
Fotografia: Matteo Cocco
Montaggio: Giorgio Garini e Carlotta Cristiani
Musica: Gianluigi Carlone
Scenografia: Marta Maffucci
Costumi: Silvia Nebiolo
Interpreti: Valeria Golino, Adriano Giannini, Laura Adriani, Valentina Carnelutti, Giuseppe Cederna, Roberto De Francesco, Anna Ferzetti, Beniamino Marcone, Andrea Pennacchi, Mattia Sbragia, Arianna Scommegna
Prodotto da Lionello Cerri
Genere: drammatico
Durata: 115′
Origine: Italia/Svizzera
Anno: 2017