Come se non ci fosse un domani

Doppia recensione per la pellicola tratta dal bestseller omonimo. Dal 24 aprile al cinema.

Come se non ci fosse un domani
di Silvia Ianniello

Uscirà il 24 aprile nelle sale italiane Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, pellicola tratta dall’omonimo best seller edito da Bompiani e firmato dallo svedese Jonas Jonasson.

Pensare troppo nella vita è un grosso errore, non c’è poi molto da capire, le cose sono quello che sono e sarà quel che sarà. Questo, in parole povere, il monito esistenziale anti-filosofico che la madre di Allan consegna al figlio – allora giovanissimo – prima di spirare nel suo ultimo colpo di tosse. Un insegnamento che guiderà Allan in tutta la sua lunga esistenza, segnerà ogni suo passo e ogni sua scelta. Se di scelte è lecito parlare: infatti il pratico (e affatto teoretico) protagonista di Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve sembra agire sempre in funzione della casualità, mai di una valutazione personale e criteriata. Involontario protagonista di un secolo di storia mondiale, per quel suo vezzo di far saltare in aria le cose che lo porterà a lavorare fianco a fianco con dittatori e politici di ogni nazionalità, Allan è lontano oltre ogni immaginazione da un approccio “di coscienza” alle cose e alle persone. Il salto che lo porta ad uscire dalla finestra della sua stanza e a fuggire dalla casa di riposo di Malmköping, ridente cittadina svedese, nel giorno del suo centesimo compleanno, è solo l’ennesima azione non ragionata, totalmente istintuale e apparentemente incomprensibile della sua sterminata esistenza. Così descritto, l’anziano signore potrebbe risultare antipatico o quantomeno discutibile: nulla di tutto questo, grazie a una sceneggiatura – tratta da una validissima intuizione narrativa, molto ben congegnata e ben scritta – che lo rende brillante nelle sue poche parole, spregiudicato e anticonvenzionale. Quel che accade, in questa storia, è lo sdipanarsi di una trama tipicamente rocambolesca, in cui gli imprevisti si succedono, scatenandosi l’un con l’altro, come per un effetto domino. Nel frattempo, un montaggio intelligente – anche se non innovativo – alterna i fatti presenti con flashback che raccontano la giovinezza di Allan. Insomma un film indicato per gli amanti del genere, dove però comicità, dramma e commedia si fondono in un mix leggero e in qualche modo originale. Una boccata d’ossigeno per un mercato editoriale (cinematografico o librario che sia) in cui le firme scandinave paiono ormai garanzia solo di storie turpi, thriller inquietanti e di un immaginario degno di un’area geografica nota più per il tasso di mortalità, che per i suoi mobili di cartone pressato. Finalmente una storia brillante, supportata da una fotografia luminosa e di ampio respiro, caratterizzata da un realismo mai forzato, e distante – vivadio – dal patinato hollywoodiano.

Ciononostante, al di là delle coordinate cronologiche e culturali che – come dicevamo pocanzi – ne fanno una rarità nella produzione “narrativa” scandinava contemporanea – Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve non porta in sé grandi novità: il personaggio di Allan Karlsson trova illustri precedenti nella storia del cinema e della letteratura, si pensi a Forrest Gump come esempio clamoroso del grande schermo, o al T.S. Garp creato e raccontato da John Irving nel celebre romanzo dedicato al suo mondo, solo per citarne alcuni. Storie narrate (o girate) con l’andamento di un romanzo di formazione, i cui protagonisti, totalmente avulsi da una comprensione tipica o convenzionale dell’esistenza, si trovano senza neanche saperlo a vestire i panni di quasi-eroi, mentre tutt’intorno a loro si muove la Storia. La grande differenza tra loro e Allan, però, è lo spessore emotivo che riescono a comunicare: il nostro centenario, invece, non riesce ad affrontare un dramma come tale, producendo un afflato emozionale; anche la morte più brutale, più vicina a lui, lo lascia del tutto impassibile, incurante. Se questo film vuole essere un inno alla vita vissuta senza l’ansia del futuro, assaporando ogni giorno come se non ci fosse un domani, sarebbe da capire di quale vita stia parlando esattamente: perché nel molto fare di quest’uomo, d’essere c’è poco o niente. E mancare a se stessi nella propria esistenza è forse un prezzo troppo alto da pagare alla spensieratezza.

Delizioso e grazioso divertissement, che avrebbe potuto dare di più
di Lorenzo Bianchi

In letteratura nascono opere senza aspettative, ma che poi si rivelano casi letterari che grazie al passaparola diventano bestsellers. É il caso de Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, romanzo del 2009 dello scrittore svedese Jonas Jonasson ben presto divenuto fenomeno mondiale, e ora sul grande schermo con la regia di Felix Herngren.

Allan Karlsson (Robert Gustafsson) é ricoverato in una casa di riposo. Nel giorno del suo centesimo compleanno decide di scappare dalla finestra della sua stanza, recandosi alla stazione e prendendo il primo autobus per allontanarsi. Finirà casualmente invischiato in una storia di valigette piene di soldi e malavita, ma lui ne ha già vissute di situazioni simili..

Rispetto al libro la sensazione di trovarsi di fronte ad un Forrest Gump svedese é sicuramente minore, ma senza dubbio la somiglianza con Allan Karlsson é innegabile anche nella pellicola di Herngren. Fare un parallelismo con Zemeckis, tuttavia, non avrebbe senso, ma resta comunque il fascino divertito per un centenario che nella sua bonaria e ingenua semplicità riesce a cavarsela in ogni situazione, influenzando e cambiando anche il corso della storia, con surreali dialoghi con i peggiori dittatori del ‘900. Allan Karlsson ha, inoltre, una passione enorme, sin da quando era bambino: le esplosioni, e non é un caso che sia entrato nelle grazie di Truman, in uno dei tanti flashback presenti nella pellicola, che raccontano gli incredibili eventi passati dal protagonista, oltre che le assurde conseguenze che ne sono poi scaturite. Il risultato sul grande schermo, però, è molto altalenante, perché se è vero che l’intreccio è ricco di situazioni comiche e paradossali, a volte il ritmo narrativo non é altrettanto spigliato e non regge sulla lunga durata, benché sia apprezzabile il fatto che i flashback siano rapidi, intuitivi, senza inutili dilungamenti da parte del regista, che avrebbe appesantito la narrazione. Allan non é solo in questa assurda avventura, e i suoi compagni di viaggio (incontrati tutti casualmente), sono strambi quanto lui, amplificando l’effetto comico grottesco respirato lungo tutta la pellicola. Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve è dunque un delizioso e grazioso divertissement, che rischia però di perdere l’irriverenza delle pagine scritte, senza dubbio più efficaci di un film che, purtroppo, avrebbe potuto dare di più.

Titolo originale: Hundraåringen som klev ut genom fönstret och försvann
Regista: Felix Herngren
Sceneggiatura: Felix Herngren, Hans Ingemansson
Attori principali: Robert Gustafsson, Alan Ford, Mia Skäringer, Iwar Wiklander, Miglen Mirtchev, Kerry Shale
Fotografia: Goran Hallberg
Montaggio: Henrik Källberg
Musiche: Matti Bye
Prodotto da Nice Drama, Buena Vista International (Sweden), FLX Comedy AB
Distribuzione: Eagle Pictures
Genere: Commedia, Avventura
Durata: 114′
Paese: Svezia
Anno: 2013
Data di uscita: 24 aprile 2014