La storia di un milite ignoto

Leonardo Tiberi dà vita a un ibrido narrativo-documentaristico nel quale brillano solo i filmati d’epoca dell’Istituto Luce, restaurati per il centenario della grande guerra. Un’occasione sprecata.

Il film, ispirandosi alla figura del Milite Ignoto, racconta la storia di Mario, un ragazzo qualunque dei primi anni del Novecento, vent’anni e il sogno di diventare avvocato. Le sue giornate si dividono tra il caffé Stella Maris, che frequenta con la sua ragazza Agnese e l’amico di sempre Emilio e la tipografia di famiglia gestita dal padre, bottegaio dalle accennate simpatie socialiste. L’assassinio del principe ereditario d’Austria Francesco Ferdinando e il conseguente scoppio della prima guerra mondiale cambiano per sempre le loro vite.

Da sempre la Prima guerra mondiale, nell’immaginario collettivo contemporaneo, ha assunto il ruolo di sorella minore rispetto alla Seconda, sia per la collocazione temporale antecedente, che fa il paio con la memoria corta dell’umanità, sia per l’assenza di eventi eclatanti e che ancora rinfocolano dibattiti (l’olocausto, le bombe atomiche sganciate sul Giappone, eccetera). In concomitanza con il centenario del suo scoppio, quindi, è più che doveroso cercare di restituirle la giusta dimensione e il giusto impatto che ha avuto sul mondo e sulla sua popolazione.

Ciò detto, di fronte a un film come Fango e Gloria non ci si può esimere dal dare un giudizio oggettivo che esuli dalle inappellabili verità storiche. Fango e Gloria dà la fastidiosa impressione di un’occasione sprecata. In esso possiamo ritrovare l’impegno quasi certosino di ricerca, catalogazione e scelta delle fonti, il lavoro mastodontico effettuato dall’Istituto Luce per restaurare e rendere a colori i filmati dell’epoca, che ci restituiscono un quadro vivido, reale, brutale come solo la guerra può essere. Le immagini di repertorio immergono lo spettatore in un viaggio che porta dalla Puglia al fronte sull’arco alpino, passando per gli snodi principali del conflitto Italo-Asburgico. Gorizia, Caporetto, Piave, Monte Grappa, Vittorio Veneto. Nomi che riecheggiano in una Storia fatta prima di tutto da giovani e giovanissimi ragazzi mandati al fronte per una guerra che sarebbe dovuta durate il tempo di un’estate e invece si trascinò per oltre quattro anni.

Tiberi però non ha il coraggio di puntare tutto sul documentario, magari scegliendo una via narrativa insolita per legare gli eventi raccontati, e decide di virare su un dramma familiare dai contorni realistici ma dall’esito stucchevole, forse pensando di renderlo in questo modo appetibile a un pubblico più ampio che suole bollare per partito preso il genere documentaristico come noioso e non degno. Questa scelta si ripercuote su tutto il film trascinandolo molto al ribasso rispetto alle sue reali potenzialità. La storia di Mario, della sua fidanzata, della sua famiglia e di tutto ciò che li circonda, dall’incombere della guerra fino alle tragedie che essa porta con sé è raccontata con stile, regia, passo e sceneggiatura da fiction televisiva in costume, male (se non per nulla) si amalgama con i filmati d’epoca (e non solo per l’ovvia differenza di realizzazione tecnica). Gli espedienti narrativi utilizzati per raccontare gli avvenimenti della guerra sono poveri, banali e troppo forzati, con l’unico risultato di spezzettare fastidiosamente il flusso di immagini e rendere il tutto un miscuglio che non sa scegliere e che rimane né carne né pesce.
La storia di ogni Milite Ignoto di ogni guerra del mondo è tragica e insensata abbastanza da non necessitare orpelli. L’idea di fondo era apprezzabile, ma Fango e Gloria la affonda in una insensata quanto melensa retorica senza che ce ne fosse davvero bisogno. Peccato.

Titolo originale: Fango e Gloria
Nazionalità: Italia
Genere: Drammatico
Durata: 90′
Regia
: Leonardo Tiberi
Cast: Eugenio Franceschini, Valentina Corti, Domenico Fortunato, Francesco Martino
Sceneggiatura: Leonardo Tiberi, Salvatore de Mola
Produzione: Maurizio Tedesco, Manuel Tedesco, Baires Produzioni, Istituto Luce Cinecittà
Distribuzione: Istituto Luce – Cinecittà
Fotografia: Stefano Paradiso
Musiche
: Baptiste Allard
Costumi: Nicoletta Ercole
Scenografia: Mauro Vittorio Quattrina
Montaggio: Luca Onorati
Nelle sale italiane dal 16 Ottobre 2014