Ermitage: storia, arte e leggenda

Prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, che lo distribuisce anche in sala come film evento, il documentario sul più famoso museo di San Pietroburgo offre una panoramica affascinante ma superficiale della storia della città. Corale e visivamente accattivante, dedica però troppo poco spazio all’approfondimento.

Ermitage. Il potere dell’arte racconta San Pietroburgo e uno dei musei più famosi del mondo cercando una convergenza delle tante anime (letterarie, poetiche, artistiche e musicali) che da secoli hanno abitato le stanze dell’Ermitage e le centinaia di isole che compongono la città.
Un’ambizione tanto alta e un bacino culturale così ampio necessiterebbero decine di ore di girato per essere trattati con il giusto livello di approfondimento. La prima impressione trasmessa dal documentario diretto da Michele Mally (che dopo il passaggio televisivo di Mariangela! si era già cimentato con la divulgazione in Klimt & Schiele. Eros e Psiche) è quella di un bignamino che distilli gli eventi dei tre secoli trascorsi dalla fondazione della città, a opera di Pietro I nel maggio 1703, attraverso il setaccio della tensione artistica dell’aristocrazia russa e dei governi che si sono susseguiti fino ai nostri giorni.
L’aspetto positivo dell’approccio corale della pellicola è la semplicità con la quale veicola i concetti e i momenti chiave. Sebbene lo spettatore necessiti di un minimo di infarinatura storica e culturale, Ermitage. Il potere dell’arte racconta San Pietroburgo attraverso monarchi, zarine, poeti, scrittori, compositori. Ripercorre la dinastia Romanov da Pietro I a Nicola II passando per figure emblematiche quali Caterina II e Nicola I, sciorinando le tante conquiste politiche e macroeconomiche e sottolineando il sostanziale immobilismo sociale che avrebbe portato alle Rivoluzioni di Febbraio e Ottobre. Si serve della voce di Toni Servillo, impeccabile anfitrione, per puntellare il racconto con frammenti dei padri fondatori della letteratura e della poesia russa. Pushkin, Dostoevskij, Gogol, Achmatova, Nabokov ed Esenin hanno steso tappeti di lussureggianti parole nel narrare la città dei ponti, la Venezia del nord, e tutta la variegata umanità, spesso di diseredati e disperati, che ne ha composto la popolazione.
A fronte di tale linearità, purtroppo, la colossale collezione dell’Ermitage rischia di ridursi a una serie di diapositive da mettere in bella mostra, di figurine da collezionare in un album. Il contesto schiaccia il dettaglio, i capolavori vengono ostentati in fila, al più conditi con saporiti dettagli del periodo dell’acquisizione. L’omaggio non decolla mai nell’approfondimento.
Alexandr Sukurov, che compare tra gli intervistati, in Arca Russa aveva tratteggiato il museo come un’arca della storia e della cultura che navigava fuori dal tempo, custode di tutto ciò che è (stato) russo e che rimarrà congelato nell’eternità. Ermitage. Il potere dell’arte rende omaggio alla pellicola, ma non riesce a regalare una visione d’insieme che si spinga oltre una brochure ben confezionata. Le immagini della Prospettiva Nevskij, dei canali, dei palazzi illuminati, delle piazze e delle cattedrali, delle migliaia di chilometri quadrati di spazio espositivo fanno venir voglia di prendere il passaporto, richiedere un visto e partire, ma lasciano in bocca un sapore di incompletezza.

Nazionalità: Italia, Russia
Anno: 2019
Genere: Documentario
Durata: 90′
Regia
: Michele Mally
Produzione
: 3D Produzioni, Nexo Digital, Villagio Globale International, Sky Arte
Distribuzione
: Nexo DIgital
Con la partecipazione di: Toni Servillo, Alexandr Sukurov

Nelle sale italiane come film evento il 21, 22 e 23 Ottobre 2019