La morte in cambio dell’immortalità

L’origine non raccontata di Dracula secondo Gary Shore. Un mix energico di storia (poca) e leggenda con un fondo di drammatica ineluttabilità. Onesto, (troppo) poco sanguinolento, con alcune buone trovate visive e una sceneggiatura prevedibile, scricchiolante, ma non banale.

Il principe Vlad Tepes, affidato da bambino ai turchi come ostaggio reale, diventa il terrore conosciuto nel mondo come Vlad l’Impalatore e ottiene infine il castello di famiglia in Valacchia. Ivi regna per dieci anni finché il sultano Mehemed, suo grande amico d’infanzia ai tempi in cui era stato trascinato via da casa, pretende un nuovo tributo di bambini da addestrare, e tra essi richiede vi sia il figlio del principe. Vlad si ribella e scatena una guerra. Nella speranza di trovare una soluzione per proteggere il popolo e la sua famiglia, si rivolge a una creatura che vive in un eremo in cima alle montagne e che si dice sia in possesso di capacità sovrannaturali.

Dracula Untold è esattamente quello che ci si aspetta: la classica superproduzione americana che punta alla rilettura, magari revisionata, di un classico dell’immaginario letterario e cinematografico.
Il substrato di matrice storica viene quasi subito mescolato agli elementi fantasy che contraddistinguono l’epica draculiana, portando in scena un’antica creatura immortale pallida e necrotica (ottimamente caratterizzata da Charles Dance) che assume i contorni di un malefico diavolo col quale scendere a patti. Una discesa negli inferi che Vlad di Valacchia (ben interpretato da Luke Evans, che non sarà Gary Oldman ma neanche sfigura) intraprende senza voltarsi indietro trasformandosi da Figlio del Drago a Figlio del Diavolo, perché a volte situazioni estreme hanno bisogno di misure estreme. In realtà molti snodi del film si basano sull’asserto del male per il bene superiore senza che Vlad dimentichi, fino alla fine, la presa di responsabilità per ciò che ha compiuto. In tal senso la figura di Dracula si mantiene coerente, con un’inattesa attenzione al suo approfondimento psicologico cui fa però da contraltare un appiattimento dei personaggi secondari, alcuni dei quali solo rozzamente abbozzati. Il tragico romanticismo di fondo che permea la storia del principe e di sua moglie Mirena è puro abbastanza da vivere di sguardi e viene parzialmente rovinato da un’eccessiva verbosità.
Le location risultano fantasiose ma funzionali (almeno finché non si scopre che il film è stato girato in Irlanda del Nord e a patto che non si conosca il vero monastero di Cozia, ci si passa sopra) e le scene d’azione sono energiche, amalgamandosi ottimamente con la computer grafica.
Gary Shore, al suo primo lungometraggio, ha studiato le fonti e le cita senza scimmiottarle o svuotarle del loro fascino classico. Il suo Dracula Untold non segnerà il ritorno del cinema vampiresco classico, evolvendolo piuttosto alle necessità cinematografiche del momento; a conti fatti, questo nuovo inizio non è il meno plausibile e poteva essere molto peggiore. Soprattutto, ha il pregio di essere sincero e non promettere più di ciò che può mantenere: un intrattenimento onesto, leggero e godibile.

Titolo originale: Dracula Untold
Nazionalità: USA
Genere: Fantasy
Durata: 92’
Regia
: Gary Shore
Cast: Luke Evans, Sarah Gadon, Dominic Cooper, Art Parkinson, Charles Dance,  Paul Kaye, Diarmaid Murtagh
Sceneggiatura: Mark Kazama, Burt Sharpless,
Produzione: Michael de Luca, Joseph M. Caracciolo Jr, Jon Jashni, Alissa Phillips, Thomas Tull
Distribuzione: Universal Pictures
Fotografia: John Schwarzman
Musiche: Ramin Djawadi
Costumi: Ngila Dickson
Scenografie: Paki Smith

Nelle sale italiane dal giorno 30 Ottobre 2014