Un Dorato film per famiglie

L’adattamento live action del cartone della Nickelodeon è un riuscito film per famiglie, leggero ma non stupido, che permette allo spettatore di passare novanta minuti di spensieratezza.

Dora è una giovane esploratrice che ha sempre vissuto nella giungla con i genitori Cole ed Elena. Un giorno i genitori scoprono delle coordinate che potrebbero condurli alla leggendaria città inca di Parapata. Tuttavia, reputano Dora troppo inesperta e decidono di inviare la figlia a Los Angeles, dagli zii e dal cugino Diego, amico d’infanzia di Dora. Tempo dopo però, la giovane esploratrice scopre che i suoi genitori sono scomparsi: toccherà quindi a lei, al cugino Diego a ai due loro compagni di classe partire per cercare di ritrovare i genitori di Dora e con loro anche la misteriosa città di Parapata.

Quando la Paramount annunciò di essere al lavoro sull’adattamento live action dell’omonimo cartone, in molti storsero il naso. Un po’ perché alla regia c’era James Bobin, autore del pedestre Alice attraverso lo specchio, un po’ perché l’ultima volta che la Nickelodeon aveva prodotto il live action di un suo cartone era stato con L’ultimo dominatore dell’aria. Tuttavia le nefaste previsioni sono state ampiamente disattese; Dora e la città perduta è il perfetto coming of age per famiglie, che segue le avventure della giovane protagonista dalla giungla alla giungla d’asfalto.

La sceneggiatura adatta sagacemente la serie animata, cambiando– nel cartone Dora ha sette anni, nel film dieci in più – o togliendo elementi – la costante rottura della quarta parete – che avrebbero potuto affossare la credibilità della pellicola. La storia è semplice ma non banale, segue diligentemente i tre atti e presenta personaggi a cui è facile affezionarsi. La regia, pur senza presentare particolari guizzi, riesce a bilanciare ironia e momenti più delicati, azione e introspezione dei personaggi.

L’unica vera pecca è una CGI posticcia – soprattutto sulla scimmia Boots e la volpe Swiper – che si integra malamente con gli ambienti, ma tutto questo passa in secondo piano davanti alle riuscite performance del cast: e se Michael Pena, Eva Longoria ed Eugenio Derbez conferiscono carisma ai propri personaggi grazie al loro mestiere, la vera sorpresa – ma poi neanche tanto, vista la prova in Soldado –  è Isabela Moner.

Credibilissima nei panni di Dora, la giovane attrice conferisce una performance convincente sia nelle scene più intimiste sia in quelle dove il suo personaggio si copre di ridicolo. Insomma un film che inizia come Mean Girls di Mark Waters, prosegue come i Goonies di donneriana memoria e finisce come I predatori dell’arca perduta.

Dora e la città perduta quindi, appartiene a quella stretta cerchia di film per tutta la famiglia – in cui rientrano il Piccoli Brividi del 2015 o il Jumanji del 2017 – realizzati da dei professionisti che riescono a infondere passione nel lavoro che svolgono. Avrebbe potuto essere un disastro, così non è stato.

Titolo originale: Dora and the Lost City of Gold
Produzione: Stati Uniti
Anno: 2019
Regista: James Bobin
Sceneggiatura: Nicholas Stoller, Matthew Robinson
Produzione: Paramount Pictures; Nickelodeon Movies; Walden Media
Attori: Isabela Moner, Eugenio Derbez, Michael Pena, Eva Longoria, Danny Trejo (voce)
Genere: Avventura
Durata: 102′
Musiche: John Debney; Germanie Franco