Doppia recensione per l’ultima opera diretta da Jean-Marc Valée, Dallas Buyers Club, candidato a 6 statuette ai prossimi Academy Awards. 

Il limite che diviene business
di Emanuela Mugliarisi

Dallas Buyers Club: un film d’inchiesta civile che, con una sapiente vena ironica, sa affrontare in modo coinvolgente un tema delicato come il dilagare dell’AIDS negli anni ’80.

Jean-Marc Vallée è un regista che, con poche prove d’autore alle spalle, ha già affascinato il pubblico internazionale con la sua abile versatilità: il delicato (e allo stesso tempo folle)  C.R.A.Z.Y e il film storico sulla giovinezza della regina Vittoria (The Young Victoria) ne sono un esempio.

In questo film il cineasta tratta in maniera assolutamente perfetta una storia dalle premesse incredibili; un cowboy machista della Dallas della metà degli anni ’80 (per la precisione siamo nel 1985) per puro caso scopre di avere l’AIDS, in anni in cui la malattia è ancora associata quasi esclusivamente alla comunità LGBT (lesbian, gay, bisex, transexual).

Ma Ron Woodroof – interpretato da un bravissimo Mattew McConaughey, tanto magro e autentico, che ci si dimentica del bel fustacchione delle pellicole commerciali – dopo una prima reazione violenta si documenta voracemente, in anni in cui della malattia se ne sa veramente poco. Scopre delle medicine che, con il giusto dosaggio, permettono di stabilizzare il virus evitandone l’inesorabile degenerazione; peccato che la Food and Drug Association degli Usa non le consideri legali. Ma Ron, che da sempre ha uno spiccato spirito imprenditoriale, inizia a importarle illegalmente dal Messico, con gli espedienti più disparati e affascinanti, diventando la salvezza di tanti malati gravi e soprattutto di tanti omosessuali, “esseri inferiori” che prima disprezzava con gli amici del rodeo. Fonda insieme al transgender Rayon, suo socio in affari, il “Dallas Buyers Club”, associazione che riesce ad eludere la legge e a vendere le medicine a prezzi accettabili.

Questo gioiello di film, ispirato alla vera storia di Ron Woodroof – sulla quale il regista si è documentato intervistandolo un mese prima che morisse, nel settembre del 1992 – ha la forza dell’inchiesta civile alla Erin Brockovich e alla Milk, ma la sua bellezza sta soprattutto nel rapporto umano che si crea tra Ron e Rayon (interpretato da un’altrettanto stupefacente Jared Leto).È commovente vedere la metamorfosi di un cowboy donnaiolo che si affeziona sempre di più a questo delicato essere bisognoso d’amore, unito a lui dalla sofferenza dovuta alla discriminazione causata dalla “malattia dei gay”.

Insieme a loro, a rappresentare il “risveglio della coscienza civile”, una bravissima Jennifer Garner, l’immunologa che prima si schiera dalla parte del sistema, disapprovando i loro metodi illegali, ma che in breve si arrende nel constatare quanto lo Stato non stia veramente tutelando i propri cittadini vietando l’uso di medicinali efficaci.

Vallée è perfetto nei tempi, nei primi piani mai pietistici o compassionevoli e mai voyeuristici nel cercare gli aspetti atroci della malattia. Questo grazie anche agli attori, che hanno interpretato con estremo trasporto e serietà dei personaggi sfaccettati, complessi, ma soprattutto perché un tema così agghiacciante viene proposto attraverso un’ironia ben dosata e opportunamente servita all’occasione.

La forza della vita trionfa in Dallas Buyers Club
di Sabrina De Feudis

Il film riceve sei nomination agli Oscar e arriva in Italia il 30 gennaio.

Dallas Buyers Club è l’ultimo lavoro del regista Jean-Marc Vallèe. Questo film, tratto da una storia vera, racconta la drammatica esistenza di Ron Woodroof, magistralmente interpretato da Matthew McConaughey. Il film, distribuito in 150 copie, arriva nelle sale italiane giovedì 30 gennaio. Dallas Buyers Club non è un film facile, infatti, tratta con duro realismo, la storia di Ron Woodroof, un elettricista/cowboy del Texas, che nel 1985 scoprì di essere sieropositivo. La prognosi lo condanna a trenta giorni di vita, ma Ron non accetta questa sentenza di morte e così inizia a reagire. Il film conquista sei candidature agli Oscar, nonostante, le numerose difficoltà incontrate per la realizzazione. La sfida più dura, come lo stesso McConaughey ha dichiarato, è stata proprio la produzione di questo film, che nel giro di vent’anni dalla sua stesura, è stato rifiutato per ben 137 volte.

Ron scoprì di aver contratto l’HIV nel 1985 quando in America la crescente consapevolezza dell’AIDS era all’apice. Da oltre quattro anni la sindrome falciava la comunità gay e, quell’elettricista macho e donnaiolo, era una delle milioni di persone che consideravano l’AIDS la “malattia dei gay”. A 35 anni l’orgoglioso figlio del Texas si ritrovò emarginato da amici e colleghi. Stava morendo, ma era determinato a sopravvivere. E contro ogni previsione non solo continuò a vivere, ma ebbe la forza per aiutare e salvare altre vite. Nei sette anni che seguirono la diagnosi, Ron scoprì una serie di medicinali e terapie non ancora approvate dal Ministero. Decise così di oltrepassare il confine. In Messico imparò le procedure per alcuni trattamenti alternativi, che cominciò a esportare di contrabbando. Ron trovò un alleato in un paziente malato di AIDS, Rayon (l’attore Jared Leto), giovane transessuale, che condivide con Ron un attaccamento spassionato alla vita.

Non è di certo un caso la candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista per  Matthew McConaughey; la sua interpretazione è una sfida non solamente fisica (ha perso oltre 22 kili per essere Ron Woodroof), ma soprattutto mentale. L’attore riesce a far emergere la rabbia, la volontà di vivere e le paure che hanno afflitto Ron durante la malattia. Il film può affascinare lo spettatore per oltre due ore facendolo sorridere, riflettere e commuovere, senza mai annoiarlo. Inoltre il cast che ruota attorno al protagonista apporta un valore aggiunto alla pellicola.

Titolo originale: Dallas Buyers Club
Un film di Jean-Marc Vallée
Con: Matthew McConaughey, Jared Leto, Jennifer Garner, Denis O’Hare, Steve Zahn
Produttore: Marc Abraham
Sceneggiatura: Craig Borten
Distribuzione: Good Films
Durata: 117’
Uscita in Italia: 30/01/2014