Panta Rei

Boyhood, ultima originalissima creazione del regista Richard Linklater, uscirà nelle sale italiane il 23 ottobre.

Il film – che all’ultimo Festival di Berlino ha fatto vincere a Linklater l’Orso d’argento per la miglior regia – racconta la storia del piccolo Mason (Ellar Coltrane), dai suoi otto anni fino all’approdo al college. Nel mezzo ci sono continui traslochi, cambi di scuole per lui e la sorella maggiore (Lorelei Linklater, figlia del regista), due genitori separati, abili soprattutto a complicarsi la vita, e un’America che cambia, che si trasforma sotto i nostri occhi quanto il volto del protagonista.

Tempo che passa, rughe che solcano volti che solo qualche inquadratura prima erano imberbi. Questa la grande mossa di Linklater, l’originalità di questo film, girato in trentanove giorni distribuiti nell’arco di dodici anni. Dal 2002 ad oggi, il regista ha radunato il cast ogni anno, dando vita a un coming of age del quotidiano.

Nessuna grande emozione, nessuna ricercatezza narrativa o emotiva. Nessuna riproposizione del pathos amoroso di Jesse e Celine che aveva caratterizzato la trilogia dei Before (Sunrise, Sunset e Midnight), nessuno scavo filosofico come nel bellissimo Waking Life, né tantomeno gli sguardi allucinati di A scanner darkly.

Qui quello che Linklater ci mostra è la routine di una tipica famiglia americana, con molti problemi, ma nessun grande dramma. Due genitori separati, lui (il bravissimo Ethan Hawke, protagonista di gran parte dei film di Linklater) eterno Peter Pan che però torna dalla sua isola che non c’è per prendersi cura dei figli, e lei (la Patricia Arquette della serie tv Medium, già collaboratrice di Linklater in Fast Food Nation), caparbia studentessa prima e insegnante poi, dalla vita sentimentale travagliata. E poi loro, Mason e Samantha, trascinati da un capo all’altro del Texas per seguire i pessimi mariti della madre dei quali, fortunatamente, la donna riesce a liberarsi prima che l’alcolismo di uno o il militarismo dell’altro facciano troppi danni sui ragazzi.

Nel mezzo, tra il volto infantile del Mason disteso sull’erba della prima scena e quello del ragazzo con i nuovi compagni di college dell’ultima, c’è un’America che cambia insieme ai visi, alle voci e ai caratteri dei protagonisti del film. C’è la campagna politica anti Bush di Mason Sr., seguita da quella pro Obama. C’è l’avvento dei social network, di cui Mason, diventato un adolescente riflessivo e un po’ introverso, discute durante un viaggio in macchina con la sua ragazza. E poi c’è la politica interna, intima, quella delle famiglie americane di periferia, come quella della nuova compagna del Peter Pan ormai cresciuto. Quando Mason, in occasione del suo compleanno, va a trovare i nonni acquisiti, i regali che riceve sono una Bibbia nuova di pacca, con tanto di nome inciso in oro, e un vecchio fucile di famiglia da tramandare di generazione in generazione.

Boyhood è un film semplice, che non racconta l’eccezione ma la norma, che fotografa istanti di vita in divenire, rincorrendo il tempo che passa e che dipinge le sue trasformazioni sulla pelle dei suoi protagonisti. È una pellicola che cresce insieme agli attori, i quali diventano spettatori di se stessi e dei propri cambiamenti. È la finzione cinematografica che si interseca con la verità del tempo che scorre: se i personaggi sono soltanto personaggi, quei visi che mutano, quei corpi che cambiano, sono pura verità, sono persone ancor prima che attori.

Ancora una volta – e in modo sempre diverso – Linklater ha saputo essere originale. Ha trovato il sistema, in un mondo governato da effetti speciali e boom emozionali, per rendere interessante anche una pellicola che parla di normalità. Ha confermato di essere un regista poliedrico, in grado di passare dall’animazione alla filosofia, dalla critica socio-politica fino a questo ritratto americano, senza mai risultare né banale né ridondante, reinventando ogni volta se stesso e il proprio sguardo sul mondo.

Titolo originale: Boyhood
Paese/Anno: USA, 2014
Regia: Richard Linklater
Cast: Ellar Coltrane, Patricia Arquette, Ethan Hawke, Lorelei Linklater
Produttori esecutivi: Jonathan Sehring, John Sloss
Fotografia: Lee Daniel, Shane Kelly
Produzione: Detour Film
Distribuzione: Universal Pictures
Genere: drammatico
Durata: 166’