Doppia recensione per l’ultimo film diretto da Denis Villeneuve.

Cosa significa essere umani?
di Cinzia Zagato

Reduce dal trionfo di Arrival, il regista canadese Denis Villeneuve porta al cinema il sequel di uno dei pilastri del cinema di fantascienza.

L’agente K della Polizia di Los Angeles (Ryan Gosling) scopre un segreto sepolto da tempo che potrebbe far precipitare nel caos quello che è rimasto della società. La scoperta di K lo spinge verso la ricerca di Rick Deckard (Harrison Ford), un ex- blade runner della polizia di Los Angeles sparito nel nulla da 30 anni.

La recensione rispetta la richiesta del regista di non fare spoiler per non rovinare la visione agli spettatori, perciò non ci dilungheremo troppo sulla trama, ma sappiate che è ricca di eventi e colpi scena.

Sono trascorsi 35 anni dall’uscita di Blade Runner e, dopo una lunga attesa, finalmente arriva nelle sale il tanto chiacchierato sequel, diretto dal regista canadese Denis Villeneuve, che ha coraggiosamente raccolto la sfida di dirigere uno dei seguiti cinematografici più rischiosi della storia.

Villeneuve ne esce vincitore con un buon film, che non eguaglia certo l’ingombrante capolavoro che ha alle spalle ma riesce ugualmente a ritagliarsi una sua identità e unicità, pur rimanendo coerente al mondo creato dalla penna di Philip Dick e portato su grande schermo da Ridley Scott.

La sceneggiatura rispetta lo spirito del film originale, l’universo di Blade Runner non viene tradito, ma rielaborato in un futuro distopico ancor più degradato e angosciante. Ritroviamo una Los Angeles piovosa, vista dall’alto, solcata da macchine volanti e piena di ologrammi giganti e neon pubblicitari luminosi, attraversata da una popolazione alla deriva.

Ambientato 30 anni dopo gli avvenimenti del primo film, Blade Runner 2049 ci introduce un mondo ancora in caduta libera che continua a utilizzare i replicanti come fossero schiavi.

Pur mantenendo analogie con il predecessore, come nella riproduzione del quartiere di Los Angeles, BD2049 mette in scena una condizione climatica ancor più disastrata, in cui la Terra soffre, la natura scompare. Quindi non solo pioggia e oscurità, ma anche il freddo e il bianco della neve, che offre al regista la possibilità di sperimentare molto con la luce.

Il film si riallaccia a quello di Ridley Scott in maniera coerente e funzionale, riproponendo alcune delle atmosfere oramai iconiche, ma aggiungendo anche il suo personale tocco, con nuovi ambienti post-apocalittici di forte impatto.

Blade Runner 2049 è un’opera visivamente potente, 162 minuti di fanta-noir investigativo dai ritmi lenti e riflessivi. L’agente K insegue i ricordi per cercare la verità, il racconto è scandito da una serie di momenti chiave, di circostanze che hanno bisogno di tempo, e il regista non glielo nega, nessuna fretta di svelare la verità, tutto scorre gradualmente.

Un imponente impulso elettromagnetico che ha creato il blackout nel 2022 ha portato alla distruzione di tutti i dati digitali e alla perdita di una grande quantità di informazioni. Questo fa sì che il protagonista per le sue indagini debba girare per le strade sporcandosi le mani e agendo in prima persona, anziché rimanere chiuso in un ufficio facendo ricerche online. Il film sembra quasi voler far riflettere sull’l’importanza dei ricordi analogici e su come il mondo digitale sia sì potente ma altresì fragile.

La ricerca della propria identità attraverso i ricordi diventa la chiave per comprendere tutto e per capire chi è veramente umano. Come nel capitolo precedente, anche qui gli occhi sono specchio dell’anima e dunque uno dei modi per scoprire l’identità degli androidi, ma è sull’importanza di possedere dei ricordi reali che la storia si focalizza.

La trama è tutto sommato semplice, nulla di troppo complesso, molte cose vengono fin troppo sottolineate, quasi temendo che lo spettatore possa non capire, e questo un po’ stona con l’ambiziosità del film.

La fotografia è sensazionale, molto ricercata e raffinata. Le atmosfere sono cupe, piovose, notturne, illuminate da led e ologrammi, come nel primo capitolo, ma anche nuove, con giochi di luce immersivi e luce riflessa di un giallo caldo.

Roger Deakins, il direttore della fotografia, incanta lo sguardo giocando con la luce, creando spettacolari scenari dorati, e altri algidi nelle tonalità dei grigi freddi. Un futuro arancione e azzurro ammaliante e spaventoso.

Gli effetti speciali sono ben integrati e dosati, Villeneuve li utilizza senza abusarne e questo regala una certa eleganza alla pellicola.

Una nota negativa è la scarsa presenza del villain principale, tutto è delegato a comprimari, con il risultato di non avere la percezione di una figura negativa forte come in Blade Runner.

Buona l’interpretazione di Ryan Gosling, che però scompare all’arrivo di Harrison Ford, il carisma e la potenza di Deckard offuscano tutto il resto non appena entra in scena.

Legati al nuovo universo Blade Runner esistono anche tre cortometraggi online commissionati da Villeneuve, tutti ambientati prima di 2049 e diretti da tre registi diversi. Uno animato, 2022: Black Out, diretto da Shinichiro Watanabe, seguito da 2036: Nexus Dawn e 2048: Nowhere to Run diretti da Luke Scott.

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Durante una missione, il giovane Blade Runner K (Ryan Gosling) si imbatte in una scoperta che potrebbe cambiare per sempre la realtà in cui vive, e che lo porterà sulle tracce del suo predecessore, Deckard (Harrison Ford), di cui non si hanno notizie da ormai trent’anni.

Dopo il successo critico e cinematografico di Arrival – il film è stato candidato a ben 8 premi Oscar quest’anno, portando a casa la statuetta per il miglior montaggio sonoro – Denis Villeneuve (Prisoners, Sicario) conferma la sua predisposizione per il genere fantascientifico, regalandoci un prodotto di egregia fattura.

Il regista canadese – inizialmente contrario alla realizzazione di un sequel di Blade Runner – prende il timone in questo secondo capitolo, mentre Ridley Scott (Blade Runner, Prometheus) rimane coinvolto nel progetto nelle vesti di produttore.

Grazie anche agli sceneggiatori Hampton Fancher e Michael Green, le atmosfere futuristiche del primo film vengono riprese e “svecchiate”, riuscendo a dare un tono deciso, ma al tempo stesso elegante, alla pellicola.

Innesti di paesaggi dominano la scena, trasformando ciò che avrebbe potuto creare estraniamento in un je-ne-sais-quoi di familiare.

La storia si sviluppa in modo coerente, eterogeneo, chiaro, in un crescendo di intensità, con inquadrature pregne di dettagli e pathos.

Le immagini danzano al ritmo delle musiche di Benjamin Wallfisch e Hans Zimmer come in una coreografia di classica, scandendo la vicenda in maniera inesorabile e ineludibile.

Rimandi visivi ed echi sonori ci portano indietro a quello che era l’universo di Blade Runner, e ci propellono in avanti, in un futuro disperato, ma ancora pieno di speranza.

Ma a nulla servirebbero le prodezze tecniche, se non supportate da interpretazioni di grande qualità, che aiutano lo spettatore a immergersi in un mondo così lontano dal suo: Ryan Gosling (La La Land, Drive) si mostra più che all’altezza del passaggio di testimone, e lo stesso Harrison Ford (Star Wars, Indiana Jones) dà sfoggio di tutta l’esperienza accumulata nella sua lunga carriera, riportando Deckard sullo schermo dopo 35 anni.

Grande conferma anche per l’attrice cubana Ana De Armas (El Internado, Overdrive) che dopo la gavetta in terra spagnola, si è ormai perfettamente integrata nell’ambiente Hollywoodiano, e ne dà prova anche in questa circostanza.

Da elogiare sono inoltre Robin Wright (Forrest Gump, La Storia Fantastica), l’ex lottatore WWE Dave Bautista (I Guardiani Della Galassia, Spectre) e il camaleontico Jared Leto (Alexander, Suicide Squad), come sempre perfettamente a suo agio nei ruoli più eccentrici.

È facile deludere quando l’impresa che si ha davanti consiste nel riprendere le fila di una storia che ha appassionato milioni di fan del genere; ma che si sia d’accordo o meno con la linea narrativa prescelta, non si può comunque negarne l’effettiva qualità, men che meno in questo caso.

Si tranquillizzino quindi i timorosi della parola sequel: Blade Runner 2049 non sarà affatto una pillola amara da mandar giù, ma piuttosto uno sciroppo dolce al sapore di frutta (chissà poi se reale o artificiale).

Dal 5 ottobre al cinema.

Titolo: Blade Runner 2049
Data di Uscita: 5 Ottobre
Durata: 163’
Regia: Denis Villeneuve
Cast Principale: Ryan Gosling, Harrison Ford, Ana De Armas, Robin Wright, Jared Leto, Dave Bautista, Mackenzie Davis, Sylvia Hoeks, Hiam Abbass, Carla Juri, Barkhad Abdi, Edward James Olmos
Soggetto: Philip K. Dick, Hampton Fancher
Sceneggiatura: Hampton Fancher, Michael Green
Produttori: Cynthia S. Yorkin, Bud Yorkin, Broderick Johnson, Andrew A. Kosove
Produttori Esecutivi: Ridley Scott, Tim Gamble, Frank Giustra, Yale Badick, Bill Carraro Val Hill
Montaggio: Joe Walker
Scenografia: Dennis Gassner
Fotografia: Roger Deakins
Musiche: Hans Zimmer, Benjamin Wallfisch
Costumi: Renèe April
Casa di produzione: Alcon Entertainment, Thunderbird Entertainment, Scott Free Productions
Distribuzione: Warner Bros. Pictures