Ultimo colpo a Parigi

Un poliziesco d’azione con pesanti rimandi all’attualità, dall’immigrazione al terrorismo. Teso e compatto, senza indugi sentimentali o intermezzi comici, distribuisce piuttosto bene inseguimenti, sparatorie e colpi di scena e risulta nell’insieme abbastanza divertente e godibile.

A Parigi, uno scippatore ruba una borsa con all’interno un pupazzo. Senza sapere che il giocattolo contiene una bomba ad orologeria, l’abbandona in una strada affollata; pochi secondi dopo esplode e uccide quattro persone. Le telecamere di sorveglianza, però, riprendono il volto del ladro e la polizia lo cerca credendolo un terrorista. L’ordigno, anche se artigianale, è stato in realtà costruito da settori deviati dei servizi segreti francesi per suscitare disordini nel paese e poter presidiare una banca al fine di compiere un ingente trasferimento bancario il 14 luglio, il giorno della presa della Bastiglia e festa nazionale. Un intemperante agente della Cia di stanza a Parigi scopre la verità e si trova così a dover collaborare col ladro e presunto terrorista per sventare il colpo.

Anche qui, torna la struttura più corrente di gran parte del cinema d’azione americano: una coppia apparentemente male assortita, composta da due personaggi eterogenei, costretta a dover cooperare per fermare complotti e organizzazioni criminali. La principale variazione è costituita dall’ambientazione straniera ad entrambi i protagonisti: una città europea piena di minacce e di pericoli, che il ladro e il poliziotto sapranno affrontare solo unendo le rispettive abilità, spesso anche usando metodi simili a quelli dei criminali che devono fermare. Come in molti film simili, i ruoli femminili risultano limitati e in fondo poco significativi; qui il personaggio di Zoe, la ragazza dapprima coinvolta nell’attentato che poi finisce per aiutare i due protagonisti, si ritaglia un certo spazio solo verso la fine e non ruba mai la scena ai personaggi maschili. Un merito del film, della sceneggiatura in particolare, è quello di non allentare o spezzare il ritmo con parentesi melodrammatiche o siparietti comici, che risulterebbero inutili e fuori luogo; anche i ruoli principali sono appena sbozzati, quanto basta a conferire loro un minimo di credibilità e a renderne chiare le motivazioni di fondo allo spettatore. Un film di questo genere non necessita di un approfondimento dei personaggi: è sufficiente capire chi sono e cosa vogliono, chi sono i buoni e chi i cattivi. In questo senso, il film esibisce un razzismo tipicamente americano: gli americani, poco importa se ladri in fondo di buon cuore o poliziotti dai modi bruschi, sono pronti a rischiare la vita per difendere la pace e la giustizia, anche se si trovano all’estero; i francesi, invece, sono o corrotti o reazionari (il politico destrorso è una chiara allusione al Fronte nazionale e ai suoi recenti successi). La regia tende essenzialmente ad imprimere un ritmo svelto ed incalzante al film e si concentra sulle sequenze di più facile presa sullo spettatore: dagli inseguimenti (abbastanza avvincente quello sui tetti di Parigi, girato con la macchina a mano per conferire l’impressione di una corsa forsennata) alle sparatorie, dalle colluttazioni alle corse in macchina lungo le strade parigine. Non manca nemmeno qualche ripresa aerea che mostra i luoghi più noti della città, dal Sacro Cuore alla Tour Effeil, immediatamente riconoscibili da qualunque spettatore. Un film dunque complessivamente riuscito, che pur all’interno di una struttura di genere ben definita, riesce a coinvolgere lo spettatore per un’ora e mezzo, senza cadute di ritmo o eccessivi allentamenti della tensione. A volte, le strutture di genere possono essere una base solida per costruire un’opera non eccezionale ma comunque godibile. Fra le molte sequenze d’azione, c’è anche spazio per una battuta divertente: quando Elba chiede a Madden perché è scappato quando l’ha visto, lui risponde: “Ti sei visto in faccia?”.

Titolo originale: Bastille Day
Regia: James Watkins
Soggetto e sceneggiatura: Andrew Baldwin, James Watkins
Fotografia: Tim Maurice-Jones
Montaggio: Jon Harris
Musica: Alex Heffes
Interpreti: Idris Elba, Richard Madden, Charlotte Le Bon, Kelly Reilly, Anatol Yusef, Jorge Leon Martinez, Alexander Cooper
Prodotto da: Bard Dorros
Paesi: Gran Bretagna/Francia/Stati Uniti
Genere: poliziesco, azione
Durata: 92′