Ancora oggi per un altro domani

Al Palacongressi di Agrigento, a cura del Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi, il concerto del Banco del Mutuo Soccorso è stato protagonista di una serata di splendida musica per la vigilia della 75° edizione del Mandorlo in Fiore e del 65° Festival Internazionale del Folklore.

La drammatica consapevolezza delle tristi verità del mondo, la carica propulsiva nei confronti della vita, la capacità di restituire una visione critica della società: sono questi gli elementi che attraversano le canzoni di un gruppo nato mezzo secolo fa e che, come ha dimostrato il live di Agrigento, sta riuscendo a muoversi tra momenti di nostalgia, ballate struggenti e feroci dis-occultatamenti del rimosso massmediatico, senza però mai cadere nella spensieratezza inconscia che la bellezza renda tutto accettabile.

Fortunatamente, di fronte al modo di concepire l’evento artistico come intrattenimento consumistico e svago bulimico, esistono ancora realtà capaci di affrontare le complessità del contemporaneo senza sudditanza per le mode del presente. Infatti, se dallo scorso anno – il primo post-pandemico – si è assistito al prepotente ritorno del consumo culturale di massa, il fenomeno musicale si è estremizzato, da un lato, nella superficialità di manifestazioni commerciali (Jova Beach Party) e, dall’altro, nel revival di band dal e dell’illustre passato, che, pur riconoscendone la fondamentale importanza, non hanno mai del tutto delegato il proprio successo alle regole del mercato discografico. A questi appartiene il Banco del Mutuo Soccorso, il cui rock-prog è rimasto legato a quell’attenta ricerca testuale e sperimentazione degli arrangiamenti che ne hanno reso il sound inconfondibile in termini di non “spendibilità”, non immediata godibilità e, proprio per questo, di non “volatilità”. L’anima profonda del Banco è rimasta aderente a un’idea di fondo, nonostante la formazione storica sia profondamente cambiata, e la loro longevità implica una riconoscibilità che solo poche formazioni e pochi artisti possono vantare in Italia. Certo, il loro carisma e appeal possono pagare il dazio di una certa distanza dalla retorica performativa dei nostri tempi, a cui pure il Banco sembra a tratti (purtroppo) ammiccare, ma la contaminazione di sonorità classiche, improvvisazioni jazz e vigore rock, rende la compagine una presenza critica ancora significativa nel panorama della musica italiana.

La volontà e la cifra stilistica di chi vuol riflettere sulle proprie origini per ri-elaborare il presente e re-immaginare un futuro “altro” si traducono nel fatto che il Banco stia portando in tour il proprio passato-presente-futuro non per autocelebrazione, ma per ri-scrivere la propria traccia nel mondo germogliando sulle proprie radici. La data di Agrigento ha visto il Banco offrire uno spettacolo di oltre due ore suddiviso in tre parti, la prima dedicata alla riscoperta del primo omonimo album (il celebre Salvadanaio), la seconda al nuovo Orlando: Le Forme dell’Amore e la terza ad alcuni brani cult del rock-prog.

Fedeli alle origini e proprio per questo aperti alle sperimentazioni, il Banco continua a cantare e denunciare le ipocrisie e l’oscurantismo di questi tempi bui, dove – per esempio – le guerre sono chiamate missioni di pace, mentre l’invito «prova a pensare un po’ diverso» de L’evoluzione che rimane più urgente che mai. Ma è inutile, anzi noioso, citare testi (come dal capolavoro Il giardino del Mago, che porta al tribunale della ragione e della morale le ingiustizie e i falsi miti della nostra società: «c’è chi ride, chi geme, chi cavalca farfalle / chi conosce i futuri, chi comanda le stelle come un re») ed è vano descrivere la straordinaria qualità degli arrangiamenti e delle esecuzioni che sconcertano solamente a chi non ha chiara la pochezza di tanti personaggi musicali dei nostri tempi, molto performer, ma poco musicisti. La musica va esperita dal vivo, se possibile dimenticandosi lo smartphone a casa per evitare il cortocircuito di assistere a ciò che sta accadendo sul palco di fronte attraverso uno schermo di pochi pollici.

L’eleganza delle sontuose sessioni strumentali, le ardite sonorità della ricerca melodica, la complessa liricità di temi ideali come il pacifismo, l’inesauribile profondità armonica, la solida preparazione professionale e la sofferta scomparsa dei membri storici della band si sono così condensati in una serata piena di ritmo, poesia e vigore. Agli organizzatori va dunque il plauso di aver realizzato per il numerosissimo pubblico accorso un evento dove la musica, la politica, il passato e il presente si sono sovrapposti in un’atmosfera di meravigliosa qualità e sublime passione.

Il concerto si è svolto
Palacongressi
Viale Leonardo Sciascia
4 marzo 2023, ore 21:00

Banco del Mutuo Soccorso
Vittorio Nocenzi, Michelangelo Nocenzi (tastiere)
Filippo Marcheggiani, Nicola Di Già (chitarre)
Marco Capozi (basso)
Dario Esposito (batteria)
Tony D’Alessio (voce)

patrocinato dall’Ente Parco Valle dei Templi di Agrigento
organizzazione Formidabili