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Protagonist* Recensione

Registi e Attori: Ksenia Rappoport

Registi e Attori: Ksenia Rappoport

In molti lo avevano previsto, Ksenia Rappoport non sarebbe rimasta “una sconosciuta”.

L’attrice russa si è imposta nel cinema italiano dopo aver interpretato il ruolo della protagonista nell’ultimo grande film di Giuseppe Tornatore, vincendo l’ambito premio come Miglior attrice al David di Donatello. I primi passi di Ksenia sono sul palcoscenico del teatro di Dodin dove interpreta ruoli ne Il gabbiano di Cechov, Madame Bovary, ed Zio Vanja .
L’approccio con la pellicola avviene nel 1991 con il lungometraggio russo Izydi! a cui seguono Anna Karenina (1997), Plachu vperyod! (2001) e The Rider Named Death (2004) nel ruolo di Erna, e poi La sconosciuta. Un ruolo, quest’ultimo, importante in cui la capacità di raccontare una storia cosi sofferta intrisa di dolore, umiliazione, ma anche rabbia e sete di vendetta, mettono sicuramente alla prova le doti dell’artista. Ma Ksenia vince, conquista tutti e va avanti, con una bellezza fuori dal comune, anche nei momenti di maggior crudezza del film, ed uno sguardo misterioso che nasconde qualcosa di grande e di forte che traspira dalla pellicola.    
“La mia vita privata è un grande segreto!” con queste parole in un’intervista successiva al premio, Ksenia scoraggia chiunque voglia penetrare più a fondo nella sua vita privata. Ma a noi basta così, vederla sul grande schermo è un momento di grande livello nelle sale nazionali. Un connubio perfetto tra un grande regista come Giuseppe Tornatore, grandi attori italiani come Michele Placido, Claudia Gerini, Piera Degli Esposti, Alessandro Haber, la piccola Clara Dossena, Angela Molina, Margherita Buy, ed una grande promessa del cinema russo, non potevano che portare alla candidatura come miglior film straniero alla notte degli Oscar che si terra’ il 24 febbraio.  Leggi La Recensione De La Sconosciuta di Tornatore

Nota: di Roberta Marcantonio
Ksenia Rappoport

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Protagonist* Recensione

Registi e Attori: Elio Germano

Registi e Attori: Elio Germano

Lo avevano definito una promessa, ora è divenuto un talento. Elio Germano conquista critica e pubblico con il suo sorriso stralunato ed il viso da “bravo ragazzo”. Una dolcezza che lo accompagna sempre anche quando si cimenta nel progettare l’omicidio del Napoleone di Paolo Virzì, o quando si trova immerso nelle tragiche vicende della banda della magliana.
Ma chi è questo personaggio che si è insinuato prepotentemente sui grandi schermi italiani, raccogliendo nutriti consensi?

Elio Germano nasce a Campobasso ma si trasferisce molto giovane a Roma. Inizia a dedicarsi al teatro al cinema ed alla scrittura, conseguendo un largo consenso dal pubblico che inizialmente lo vede cimentarsi in piccole parti.

Dopo aver esordito sul grande schermo in Ci Hai Rotto Papà di Castellano e Pipolo, il 13enne decide di coltivare seriamente l’amore per la settima arte. Nel 1994 inizia a recitare in alcune compagnie no profit, quali il Colosseo, il Furio Camillo e il Teatro dè Cocci. Nel 1998, mentre sta preparando uno spettacolo tratto da un romanzo di Shakespeare, partecipa ai provini de “Il Cielo in una Stanza” di Vanzina dove viene  scelto come co-protagonista al fianco di Ricky Tognazzi. Un episodio che segnerà notevolmente la sua carriera, comincia un’attività frenetica tra palco e schermo ed il giovane Elio trova anche il tempo per dedicarsi alla scrittura. In quell’anno, infatti, riesce a pubblicare tre racconti uno dei quali, “Scrittura Fresca”, vince il concorso regionale promosso dal Comune di Roma. Successivamente è scritturato in alcuni episodi della seconda serie di Un Medico in Famiglia dove interpreta il simpatico personaggio di “Er pasticca”, al quale segue lo stralunato ma divertentissimo Ivan,  nel serial dedicato alla vita degli studenti universitari di Bologna Via Zanardi 33. Nel 2002 gira Respiro, accanto a Valeria Golino, due anni più tardi, indossa i panni del liceale Manuel, in Che ne sarà di noi. Il film di Veronesi ha puntato i riflettori sul neoattore Silvio Muccino, ma nel pubblico le vicende, a volte grottesche a volte sentimentali, dello stravagante Germano hanno fatto breccia nel cuore. L’interpretazione  gli ha assicurato una nomination al David di Donatello e ai Nastri d’Argento.
Da lì un “ boom” i registi lo reclamano: quel sorriso, quello sguardo non passano inosservati ad illustri cineasti come Dario Argento e Gabriele Salvatores, che nel 2005 lo dirigeranno rispettivamente in Ti piace Hitch*****?
e Quo Vadis, Baby?
E poi arriva “Il Sorcio” nel Romanzo criminale di Michele Placido e la seduzione dell’intraprendente Melissa P., sotto le vesti dell’ambiguo Arnaldo. La grande prova arriva nel 2007 quando interpreta  lo scrivano che sogna segretamente di uccidere Napoleone.
Nella pellicola di Paolo Virzì Elio Germano dimostra davvero di essere consacrato al mondo del cinema, un susseguirsi di ironia e introspezione in un ruolo che lo rende protagonista assoluto. Un  ultima vera prova di talento si riscontra in “Mio Fratello è Figlio Unico”, dove l’attore molisano interpreta  la figura del  fratello fascista di Riccardo Scamarcio. E visti i risultati c’è da chiedersi chi sia il vero protagonista del film.

Nota: di Roberta Marcantonio
Elio Germano