Recensione: L’Ultimo Inquisitore
Quando un attore prende l’ambita statuetta degli Academy Awards viene quasi spontaneo fare una retrospettiva, a titolo personale, cercando di capire come un attore si può impegnare, giungendo al punto di arrivo di una costruzione umana e psicologica in grado di crescere ad ogni intepretazione, fino a identificarsi in essa, un po’ come la preparazione di un atleta che vince le Olimpiadi.
SCHEDA TECNICA
SCHEDA DVD“L’ultimo inquisitore” presenta questo intreccio ideale fra un attore: Javier Bardem (vincitore dell’Oscar come migliore attore non protagonista 2008) e Milos Forman, un regista che ha dato alla storia moderna una fisionomia cinematografica e spettacolare. E’ ancora vivo nella memoria collettiva il suo Mozart, il Salieri Murray Abrahm , il conflitto intrinseco e senza tempo dato dall’ammirazione proporzionale all’invidia, un film sulle zone d’ombra degli uomini sempre uguali. Nel contesto di una Spagna che celebra l’ultimo atto dell’inquisizione, un trasformista (cosa c’è di superato?
) porporato (Javier Bardem) rilancia i precetti dello stesso Sant’Uffizio stringendo le maglie dimostrative e avventandosi contro una bellissima fanciulla, Natalie Portman , che è la modella di Francisco Goya. La bellezza della modella è d’ispirazione a Goya per la mimesi del divino nei suoi affreschi per la Chiesa.Ines, la protagonista femminile, teen ager ricca e vivace in giro con i fratelli per osterie, rifiuta schifata un piatto con sopra un porcellino con un’indigesta colata di lava dolce e bacia i piedi di un nano, anche se la corte spagnola è sempre stata molto indulgente verso queste deformità , più che altro appartenenti all’incesto fra famiglie nobili. Questo comportamento esuberante di Ines è notato dalle gerarchie ecclesiastiche in cerca di azioni dimostrative contro gli infedeli e da quel momento viene cucita sulla poveretta la parola strega. Essere belle, all’epoca era già sospetto. Il padre della ragazza, un ricco mercante che nel passato poteva darsi avesse avuto qualche avo ebreo (di cui la ragazza naturalmente non sapeva nulla) e il non mangiare la stucchevole carne suina provoca la persecuzione contro gli eretici . Tutto il resto è disastro in caduta libera , poche donne con il sospetto di stregoneria potevano uscire vive dal tribunale dell’Inquisizione, la poveretta devastata non muore, se si intende per morte la morte fisica, ma subisce una lunga gamma di orrori non peggiori. Esilarante la ritrattistica di Goya, pittore notturno che si cingeva il capo con una corona di candele per dipingere le immagini di notte, quando la regina di Spagna gli chiede un ritratto, Goya pittore di corte, è fin troppo realistico e la dipinge senza indulgere particolarmente all’estetica e il ritratto è talmente realistico da indisporre la regina. Di un opportunismo e di un cinismo senza tempo la figura di Lorenzo, l’ultimo inquisitore, e ci si chiede se sia davvero l’ultimo.
La predilezione di Forman della storia moderna , narrata in modo così presente e accurato ci suggerisce una didattica del futuro, dove semplicemente mostrando queste immagini, si potrà trasmettere la Storia.
Nota: di Roberta Ricci
L’Ultimo Inquisitore