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Seta

Recensione: Seta

“Tornate o io ne morirò.”

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVDBastano queste poche parole scritte in giapponese per far perdere i lumi della ragione al giovane francese Hervè – novello sposo di Helene – e per non dimenticarsi più della giovane giapponesina incontrata in un suo viaggio in Oriente.

Poco convincente il film di Francois Girard che firma un flop dopo il successo ottenuto con Il violino rosso. Il film narra dell’amore proibito tra il giovane Hervè – mercante di bachi da seta – e la giovane ragazza giapponese, ma non si va in profondità e le tracce di quest’ultima spariscono poco dopo.

Allora capiamo che Hervè non si era innamorato della ragazza ma del gusto dell’ignoto, di una terra straniera che prima lo accoglie a braccia aperte e poi lo scaccia rifiutando i suoi soldi. Ecco, allora, che il ragazzo tornerà dalla moglie – la brava Keira Knightley – ma sarà troppo tardi perché quest’ultima perderà la vita per un improvviso malore. La coscienza sporca di Hervè gli detta, così, quell’amore che non ha saputo dare ad Helene quando ancora era in vita e che si traduce in un immenso giardino pieno di gigli – fiore adorato dalla moglie- per nascondere i fantasmi di un passato che non tornerà più.

Il film si apre con la ragazza giapponese che si immerge nelle acque di un lago orientale e si chiude – in maniera circolare- con la figura della moglie che si immerge nelle stesse acque a dimostrazione del fatto che, capendo i suoi errori, ha cancellato dalla memoria dei ricordi legati alla donna giapponese. Sempre nel finale un bel carrello all’indietro – chiaro segno di una soggettiva di Helene che lo guarda dal Cielo – chiude un film monotono, senza peso (proprio come la seta) ed incolore (nonostante l’ottima fotografia).
Un film che ricorderemo solo per la buona interpretazione di Michael Pitt e di una Keira Knightley che cresce sempre di più. Il film – tratto dal romanzo di Alessandro Baricco – non riesce a cogliere quella leggiadria che caratterizzava il libro, così si riduce ad un semplice Feuilletton capace di non mostrarci il dilemma della scelta: la diversità o l’amore quotidiano di una donna appena sposata?

Nota: di Antonio D’Eugenio
Seta

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