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Shine a Light

Recensione: Shine a Light

Vivamente consigliato a chi conosce i Rolling Stone. Anzi, a chi li ama. Meglio ancora… Per chi li adora follemente.

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVDShine A Light si prefigura come un atto d’amore pensato per condividere un’importante porzione di epoca rock, da assaporare con nostalgica e romantica energia.

Shine a Light non è un do*****entario (che possa dunque raccontare o spiegare gli Stones ai profani), è la ripresa integrale di un concerto tenutosi al Beacon Theatre di New York, fortissimamente voluto da un adorante Scorsese (Marty per gli amici), che vibra come un fan, e cha da orso ombroso si trasforma in spiritoso menestrello, come mai lo avevamo visto, contagiato da un irriverente spirito rock che innerva l’aria. Il concerto inizia, preceduto da un breve back stage dove intuiamo quanto (fintamente) molti dettagli vengono lasciati al caso e all’estro creativo e indomabile dei protagonisti (il quintetto britannico). Lo show inizia e capiamo che avremmo dovuto amare gli Stones per poter apprezzare ( e uscire indenni da) 122 minuti di musica martellante, alternata a spezzoni di repertorio, scelti con una certa maestria e ben carichi di spiritosaggini e humor (spesso la sala esplode in sincere risate: non c’è che dire, questi qui son dei veri burloni!), tuttavia i momenti altri rispetto al concerto puro restano piuttosto parchi e non bastano a rendere il film appetibile a un non fan. Resta un ritratto rispettoso e appassionato, intelligente, calibrato, che lascia al gruppo stesso la possibilita’ di parlare di sè, senza troppi artefizi narrativi: le quasi due ore di live vengono riprese con un largo uso dei primi piani (prevalentemente di Jagger e di Richards, con qualche gustosissimo contributo di Charlie Watts buffissimo mutacico, avulso a quanto accade), e la camera ruota sul palco del Theatre senza “invadere” troppo un’esibizione che definire adrenalica e ‘ poco. E dunque veniamo ai cinque. Non amo molto la loro musica ma conosco il rock, e quello che questi nonnetti fanno è puro rock and roll classico, divertito e divertente, recitato e teatrale, vedi l’incredibile  momento con Buddy Guy, su cui la telecamera indugia rapita dall’intensita’ della performance. Non ci sono effetti speciali, coreografie maestose o scenografie lussuriose, solo la musica (arrangiata a mio parere in maniera un po’ monocorde), a gonfiare i cuori dei fans (tutti giovanissimi in sala), della famiglia Clinton (compresa l’anziana mamma di Hillary e mi chiedo, chissa’ se le hanno retto i timpani), e di una discreta sfilza di guest star, su tutti Jack White in ottima forma, morigerato e gradevole, e una potente Christina Aguilera, che ad una voce prodigiosa non disdegna di affiancare un messaggio da “schiava del sesso” di Mick (o di chiunque, aggiungiamo noi). Ma sapete qual’è la cosa più rock di tutte?
Le rughe!
Esposte, esibite, ostentate con beffardo e maliardo autocompiacimento. I cinque musicisti mostrano con una disinvoltura molto hard core un volto scolpito dalla vita e sconosciuto al bisturi! Che meraviglia!!  
A fronte di un Axl Rose tirato e lucido che pare Valeria Marini, o uno Steven Tyler che sembra sempre più un mix fra Scialpi e Patrizia De Blanck, attestiamo con una certa dose di stupore e stima che proprio i più anziani tra i rocker in circolazione hanno lasciato che il loro viso si facesse maltrattare dal tempo. E pare che a questo corrisponda una non casuale vis energetica che oggi Guns N Roses, Aerosmith, Metallica etc. possono solo invidiare. Dunque, non volendo indugiare sullo stato di salute delle narici di Jagger (e va bene niente chirurgia, ma in qualche modo si terra’ su quest’uomo!), dichiaro di essermi ufficialmente innamorata di Keith Richards, e consiglierei persino ai non fan di sorbirsi due ore di chitarre, anche solo per godersi le incredibili espressioni di questa notturna creatura, svalvolata e attonitissima. Non è lì. C’è ma non c’è. Pare che suoni con dei tappi di gommapiuma nelle orecchie, tanto è forte l’idea che da’ di essere in un mondo tutto suo. “Come mi sento prima di salire sul palco?
Mi sveglio
“, dice in uno dei contributi narratologici. Ma sara’ vero?
Il film (film?
) procede tra momenti di intensita’emozionante (Far Away Eyes, in un abbraccio da brivido tra le voci di Jagger e Richards), e coinvolgenti motivetti storici e cult (Simpathy For The Davil).

Il tutto in una cornice che sembra “Una casa di bambole“, lamenta Jagger, eppure a noi pare che anche nel rock un po’ di sana e pomposa eleganza non guasti, e il Beacon Theatre tirato a lucido per l’occasione fa la sua figura!
E io (nel mio piccolo) posso finalmente dire che mi è toccato di vedere un lungometraggio targato Scorsese che non mi abbia fatalmente ripugnato. Shine A Light: Se non siete amanti degli Stones che almeno vi caratterizzi la virtù della pazienza. Non per Tutti.

La Frase: “Chi è il miglior chitarrista fra me e Ronnie?
Beh, la verita’ è che siamo entrambi piuttosto scarsi, ma in due siamo meglio di dieci!” Keith Richards, Shine A Light, 2008.LE CANZONI

  1. “Jumping Jack Flash”
  2. “Shattered”
  3. “She was hot”
  4. “All down the line”
  5. “Loving cup” (con Jack White)
  6. “As tears go by”
  7. “Some girls”
  8. “Just my imagination”
  9. “Faraway eyes”
  10. “Champagne & reefer” (con Buddy Guy)
  11. “Tumbling dice”
  12. Introductions
  13. “You got the silver”
  14. “Connection”
  15. Sympathy for the devil”
  16. “Live with me”
  17. “Start me up”
  18. “Brown sugar”
  19. “(I can’t get no) Satisfaction”
  20. “Paint it black”
  21. “Little T&A”
  22. “ìm free”
  23. “Shine a light”

Nota: di Roberta Monno
Shine a Light

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