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Il Labirinto Del Fauno

Recensione: Il Labirinto Del Fauno

Sulla scorta dell’enorme successo della saga di Harry Potter e di quella de Il Signore Degli Anelli, abbiamo visto proliferare nelle sale innumerevoli proposte di genere “fantasy, a volte con buone intenzioni ma con risultati modesti, altre volte con obiettivi spudoratamente commerciali.

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SCHEDA DVDSpesso, dunque, è difficile riconoscere un buon lavoro, specialmente se rischia di essere etichettato e catalogato come film di genere.

Questo è il pericolo che avrebbe potuto correre Il Labirinto del Fauno, progetto fortemente voluto da Guillermo del Toro, regista messicano dotato di grande talento visivo, sbarcato ad Hollywood già da qualche anno e specialista di film d’azione tratti da serie di fumetti famosi come Hellboy o Blade 2.
Lungi dall’essere un film di genere “Il Labirinto” rappresenta per Del Toro l’opera della maturità.   Trovando il magico punto di incontro tra il film storico e la favola, il regista riesce a raccontare un periodo buio della storia spagnola, la dittatura franchista, e lo fa coinvolgendo lo spettatore nel mondo fantastico di una bambina dalla fervida immaginazione, contrapposta alla malvagità del suo patrigno, un capitano dell’esercito, incarnazione del regime fascista. La bambina sarà messa alla prova da una misteriosa creatura, un fauno,il quale sarà il tramite tra la realtà della guerra civile spagnola e la fantasia del regno sotterraneo che la piccola protagonista dovrà difendere anche a costo della sua stessa vita. Un film toccante, che celebra l’infanzia come luogo di resistenza contro le brutture di un mondo adulto, nel quale anche chi sta dalla parte giusta non si esime dal perpetrare atrocità (la durissima sequenza dell’esecuzione del capitano Vidal). La precisione con cui Del Toro cura i dettagli è quasi maniacale. Il lavoro sull’immagine ricorda a volte i quadri di Jeronimus Bosch, con la prevalenza di colori dai toni autunnali ed un massiccio uso di computer grafica che si integra molto bene con la presenza fisica dei personaggi in carne e ossa. Non a caso il film è stato premiato agli Oscar con tre statuette: miglior fotografia, miglior scenografia e miglior trucco. Il sonoro è altrettanto curato: il film è attraversato continuamente da suoni in bassa frequenza che secondo studi scientifici favoriscono la fase r. E. M., ovvero il momento in cui la nostra mente entra nella dimensione onirica. Gli attori scelti sono tutti di origine messicana o spagnola, e l’assenza di grandi star hollywoodiane non fa che giovare alla coralità del progetto, in cui comunque si distinguono la piccola protagonista (Ivana Baquero) e il patrigno (Sergi Lopez), perfetto nell’interpretare un personaggio che rappresenta il polo negativo della storia senza scivolare nelle sabbie mobili dello stereotipo. Il Labirinto Del Fauno è un’opera in cui per una volta un ricco budget è messo al servizio della qualità.

Nota: di Giuliano Iaccarino
Il Labirinto Del Fauno

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