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Io Sono Leggenda

Recensione: Io Sono Leggenda

Una devastante epidemia falcia l’umanità, lasciando i pochi sopravvissuti dispersi e in balia di loro stessi. L’ultimo uomo a New York è Robert Neville, che, con la sola compagnia di un cane e della sua volontà, cerca una cura studiando il suo sangue, immune al virus. Ma Neville non si scontra solo con la solitudine e i suoi fantasmi, il buio cela l’orrore di un’umanità mutata  e devoluta. Riuscirà Neville di giorno a placare se stesso e di notte a sfuggire ai nuovi vampiri?
Ma soprattutto troverà una cura che lo trasformerà in leggenda?

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVD“Io sono leggenda” è la seconda fatica cinematografica di Francis Lawrence, dopo “Constantine” (lungometraggio che vede in lotta tra il bene e il male, Keanu Revees, giusto l’attore che ha soffiato a Will Smith la leggendaria parte di Neo in “Matrix”).

Il regista ha alle spalle una felice carriera nella musica, come direttore di molti videoclip (un esempio importante è What You Waiting For?
di Gwen Stefani, vincitore di numerosi premi), una carriera che influenza le sue esperienze cinematografiche, infarcite di un’estetica pubblicitaria e sempre alla perenne ricerca del particolare in linea coi tempi.
Infatti troviamo si’ una New York allo stato brado, invasa dalla vegetazione fuori controllo e dall’ingresso degli animali, ma che comunque porta i segni di una civiltà consumistica e modaiola.
Neville guida un’auto sportiva per cacciare, guarda Shrek in dvd, ascolta Bob Marley e vive in una New York più tappezzata che mai di cartelloni pubblicitari.
Il protagonista è interpretato da Will Smith, sempre più a suo agio nel ruolo di action-hero, che ha dichiarato nelle varie interviste di essersi calato a fondo nella parte studiando la vita dei carcerati.
Buona parte del film si regge sull’analisi psicologica del protagonista che si trova a fronteggiare la solitudine grazie al suo cane e al suo orologio (col suo trillo preimpostato Neville governa la sua giornata), infatti nella prima parte pochi sono i dialoghi e assolutamente assurdi gli interlocutori.
Smith regge abbastanza bene con la sua mimica e la sua energia, riesce a trasmettere un senso di inquietudine repressa, l’idea di un uomo appeso a un filo, al limite tra la follia e la lucidità.
La cura per la scenografia e le capacità di Will Smith riescono a rendere la prima parte del film godibile e convincente. La miscela fanta-horror trasporta lo spettatore in una dimensione angosciosa, che matura durante le esplorazioni del protagonista, messo di fronte alla realtà inanimata che cela vite spezzate,e che ha il suo apice quando Neville incontra nel buio di un cavaut bancario, per la prima volta, gli umani mutati dal virus Krippin.
Tuttavia tutto questo non è sufficiente. Finché si tratta di stuzzicare lo spettatore con trovate scenografiche, riprese horror e paure inconsce lo spettacolo funziona, ma quando il regista si trova a dover giustificare le sue scelte nella trama, e a dare una maggiore dimensione ai personaggi il film crolla nella sua pretenziosità.
Il momento di rottura si ha con la scena del manichino spostato per organizzare una trappola: da qui in poi non si capiscono molti comportamenti sia del protagonista che dei vampiri.
I vampiri sono devoluti, eppure per mandare avanti il film ogni tanto perdono questa connotazione e troviamo in loro atteggiamenti di vendetta, intelligenza e rabbia.
Un altro elemento da notare, è il fatto che il film abbia elementi di molti generi, senza però entrare nello specifico di nessuno.
Ripercorre il filone fantascientifico, ha delle pretese horror, alcune scene richiamano l’action. Movie, tuttavia nel tentativo di essere tutto, perde d’identità lasciando l’amaro in bocca. Per esempio le  scene horror sono veramente belle ma dannatamente poche. Non dimentichiamoci che il film è l’ennesima opera tratta dal romanzo omonimo di Richard Matheson, che puntava tutto sull’elemento horror, che è stata poi la fortuna del film più riuscito tratto da quest’opera, “L’alba dei morti viventi” di George Romero a cui il cinema di genere e il mondo dei videogiochi deve tutto.
Altra nota stonata è l’ennesimo finale americanissimo del self-made man capace di dare speranza all’umanità, con la visione che l’uomo e il suo eroismo abbia nelle mani un destino di felicità comunque raggiungibile. Anche in questo caso il romanzo poteva essere uno spunto originale, con la sua trama al contrario, che vede l’ultimo uomo vero e leggendario cattivo, sterminatore della nuova razza che abita la Terra.
Comunque per chi vuole passare un paio di ore in balia di angosce a buon mercato, o semplicemente distogliere il pensiero dalle seccature di una giornata frenetica può guardarselo tranquillamente visto che in questi casi il ritmo è tutto.
Lo consiglio mangiando una fetta di pizza con le mani, attorniati da amici con la luce spenta.
Divertimento leggero e senza troppi grilli per la testa.

Nota: di Rosanna Migliore
Io Sono Leggenda

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