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Bianco e Nero

Recensione: Bianco e Nero

Nadine (Aissa Maiga), prima di essere una donna di colore è una signora bellissma, intrigante, intelligente, colta, spiritosa e gentile. Sara’ per questo che Carlo (il solito Fabio Volo) se ne invaghisce tradendo Elena, “l’intrombabile Elena”, come la definisce la stessa interprete, Ambra Angiolini?

Invece no, tutto ruota attorno al colore della pelle, e lo scandalo non risiede nel tradimento, ma nel tradire con una donna nera. Elena non va su tutte le furie perché il marito la cornifica, ma perché lo fa con una nera (come suo padre tradì la madre in un vacanziero esperimento). A me tutto questo sembra altamente improbabile, irrealistico e lievemente offensivo. La Comencini (più a suo agio con i drammi che con gli altri generi), vorrebbe impalcare una storia in cui il pregiudizio dovrebbe farla da protagonista, svelando delicatamente quanto anche fra gli insospettabili risieda una noce di preconcetto che si agita sotteraneamente. Elena (e da qui dovrebbe scaturire il paradosso), lavora per le missioni umanitarie, ma la verita’ sul suo conto ce la regala proprio Nadine (consorte a sua volta di un paladino dei black rights) :”Quelle come lei le conosco: si sentono in colpa e devono farsi perdonare. Di cosa?
Di avere la cameriera nera con il grembiulino bianco
“.
E in effetti è esattamente così. Carlo e Elena hanno la cameriera nera col grembiulino bianco (che, detto fra noi, fa un po’ troppo Mama di Via Col Vento, e credo che in nessuna famiglia bene vada più di moda questo look da sudisti coltivatori di cotone). I cliché sono così lampanti e grossolani da ancorare questo film al macchiettismo e alla caricatura anziché fargli prendere il volo verso ambiziose pretese da commedia dolce amara con denuncia sociale di sottofondo. La relazione che si instaura fra Nadine e Carlo appare come una vacanza che i due si prendono dalla loro vita e dal loro mondo, e non profuma minimamente di passione autentica e travolgente.
Anzi, gli amanti sembrano far visita al corpo dell’altro mossi da un’adolescenziale e turistica curiosita’, che non smuove sentimenti nè dedizioni profonde. Non nego tuttavia che alcune sequenze siano sinceramente godibili e divertenti, e ci si chiede come mai la regista non abbia  sposato appieno un registro comico e irriverente, spogliando l’opera di quegli orpelli intimisti malriusciti e zoppicanti, che diminuiscono la portata di credibilita’ avanzata. Il film, con tutti i suoi difetti e le sue imperfezioni, si risolleva nel finale (doppio) che contraddice sè stesso e conforta lo spettatore, che si riconcilia con l’idea di storia d’amore, che trionfa indefessa sulla “trombata ristoratrice e animalesca”.Volo è incommentabile: un completo citrullo assolutamente fuori ruolo. Alzi la mano chi non si è chiesto cosa cavolo ci ha trovato quella gnocca pazzesca di Nadine nell’emblema dell fisico a bottiglia, nell’apoteosi della maniglia dell’amore, nel trionfo dell’occhio bollito?
Dettaglio che contribuisce a rendere la storia poco credibile.

La Angiolini è brava, autentica e sa tenere la scena come mettersi da parte. Una vera attrice consumata.

Il resto del cast si muove come può, recitando battute troppo spesso spente e non eccessivamente briose (in fondo questa poteva essere una cosiddetta “commedia brillante”. Una menzione speciale per le musiche, dal chiaro scopo e valore didattico hanno l’esatta e sottolineata funzione di ricordare allo spettatore (in caso si fosse distratto), che il film parla di neri e di Africa, e vanno a tal fine evocati cocchi e caschi di banane, ananassi e signore con ampie gonnone che trasportano brocche sulla testa.
Ecco che, anche se non c’azzecca niente col contesto e con le immagini, dobbiamo cuccarci la “pinha colada compilation“: Pata Pata, Afrika obota, La Danse Des Maures, Kissi Moba e via così… Raccogliendo il messaggio del film mi chiedo… Chissa’ com’è che si manifesta il vero razzismo….Bianco E Nero: Film pretenzioso e furbetto. Non fatevi ingannare.La Frase: “M perché per te deve essere sempre tutto bianco o nero?
Fabio Volo, Bianco e Nero, 2008 

Nota: di Roberta Monno
Bianco e Nero

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