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Blow

Recensione: Blow

Quando si parla di biopic come agiografie sfacciate e impertinenti ecco che Blow salta alla memoria come la più ostinata operazione di glorificazione di uno spacciatore forse mai eseguita tanto bene.        

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVDGeorge Jung è un brav’uomo: devoto alla figura del padre, che come idolo negativo ne influenza le scelte, orientando chi non avrebbe mai voluto essere, e quanto povero non sarebbe stato mai (un po’ come il Frank Abagnale Jr. di Scorsese nel film Prova a Prendermi). George Jung è un compagno e socio in affari fedele (si guadagna la stima di Pablo Escobar proprio rifiutandoli di tagliare fuori dal giro il suo amico Diego, che invece non ci mettera’ un secondo a pugnalarlo.)George Jung sembra fare quello che fa (spostare centinaia di chili di cocaina) per caso o per necessita’, solo che quando guadagni miliardi di dollari non è la necessita’ a muoverti ma l’ingordigia esaltata e criminosa che stigmatizza l’agire di qualsiasi spacciatore che abbia mai svolto questo “mestiere”. Eppure il compianto regista Ted Demme (morto nel 2002, nipote del più famoso zio da Oscar Jonathan, direttore de Il Silenzio degli Innocenti), ci restituisce la vita del malinconico e mai realmente sopra le righe Jung come una parabola gloriosa e non abbastanza fortunata, spingendo la soggettiva al limite del plausibile, e portandoci ad empatizzare con un criminale di cui vengono del tutto lavate macchie e disonori, e che non si meritava una fine tanto amara, che appunto risuona come una disfatta più che come la giusta punizione per un’esistenza dissennata. Demme chiede a Depp di mantenere uno sguardo tremante e dimesso, non ne disegna i contorni da tossico e presenta Jung quasi come una figura super partes , che spaccia sì, ma non si mischia in prima persona con la disdicevole sostanza (lo vediamo tirare si e no un paio di volte in tutto il film), salvo poi sentirgli dire in finale d’opera che “c’erano volte in cui tiravo dieci grammi al giorno, ma mi mantenevo nella media dei 5!”Depp è un attore generoso, che tuttavia possiede non più di due sfumature interpretative: una malinconica da tzigano fuggiasco, e una comica da Jack Sparrow o Willy Wonka. Non essendoci cioccolatini nè pirati Depp regala a George Jung l’aria da tzigano lagunare (con gli occhiali da sole, però), che tristemente cavalca l’onda di un mondo carogna e infame: molto improbabile. Simpatica e degna di nota solo la scena dell’autodifesa in tribunale, in cui Jung recita alla Corte un brano di Bob Dylan, colorando finalmente con un po’ di sanguigna verve  quello che, ricordiamolo, è stato il braccio destro di Escobar, un uomo che ha fatto la storia della droga su questo pianeta, e che con buona probabilita’ avra’ non pochi cadaveri sulla coscienza. Le performance attoriali sfiorano poi un po’ tutte il macchiettismo e la mia amata Rachel Griffiths, che pure esprime bene la durezza isterica dell’intrasingente mamma di George, viene tuttavia penalizzata da un trucco e un parrucco che strizzano eccessivamente l’occhio ai vezzi di Paura e Delirio a Las Vegas, ammortizzando drammaticita’ e realismo.
Liotta funziona meglio con quel suo visino naturalemte incline al pianto, anche se nei panni del padre di Johnny Depp risulta un tantinello forzato e costretto. Memorabile la luminescente e graffiante performance della Cruz, lontana anni luce dalle grazie di Sofia Serrano (Vanilla Sky) come dalle donne di stampo almodovariano, tutto burro e rossore; il rosso vestito da Mirtha, consorte sciagurata di Jung, è quello infernale del peccato e della passione più fisica, criminale e violenta. Mirtha è consumata e accecata dalla droga, e la Cruz si muove e gesticola come un vera posseduta di polvere bianca, rievocando magrezza e scattosita’ della Michelle Pfeiffer di Scarface. La regia è comunque ritmata e buona, e si avvale di una colonna sonora vacanziera e leggera che restituisce gli ardori degli anni ’70 ’80 “Quando” dice Jung “Se tiravi cocaina c’era un 90% di possibilita’ che arrivasse da noi!”.Colonna Sonora  01. Can’t You Hear Me Knocking – The Rolling Stones
02. Rumble – Link Wray
03. Glad And Sorry – Faces
04. Strange Brew – Cream
05. Black Betty – Ram Jam
06. Blinded By The Light – Manfred Mann’s Earth Band
07. Let’s Boogaloo – Willie Rosario
08. Keep It Comin Love – KC And The Sunshine Band
09. Yellow World – J Girls
10. That Smell – Lynyrd Skynyrd
11. All The Tired Horses – Bob Dylan
12. Can’t You See – Marshall Tucker Band
13. Push & Pull – Nikka Costa
Blow: Se i vostri idoli sono chiunque guadagni tanti soldi.La Frase: “Ero entrato con un diploma in marjuana, ne uscii con una laurea in cocaina!”, Johnny Depp, Blow, 2001.

Nota: di Roberta Monno
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