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Scrivilo Sui Muri

Recensione: Scrivilo Sui Muri

Eccoci al seguito repentino di “Ho Voglia di Te“. Ah no?
Non è l’ultimo film di Prieto scritto da Moccia…?

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVDDunque eccoci alle prese con l’avvincentissima (?
) storia di Sole, ragazzina caduta dal seggiolone da piccola in cui tutti gli adolescenti del mondo dovrebbero riconoscersi. Sole, una Cristiana Capotondi decisamente sovraesposta e inflazionata (sara’ nelle sale con almeno 4 film), sta per buttarsi dalla finestra dopo aver litigato con la mamma assente (questi adulti sbaragliati!), ed ecco che (ahi noi) basta il sorriso ebetizio di Pierpaolo (Ludovico Fremont) a dissuaderla dall’estremo gesto inconsulto. Come nulla fosse la voglia di vivere riavvolge Sole, donandole un estro creativo che si esprimera’ attarverso la sacra arte dello scrivere sui muri.

O sulle macchinette per il caffè: indimenticabile la scena in cui la telecamera immortala la Capotondi e Dolcenera (ebbene si, Dolcenera!) scribacchiare sulla suddetta macchinetta: i sorrisi estasiati delle due “aggressive trasgressive” lasciano supporre lo spettatore che le fanciulle  siano appena entrate in possesso del dono della scrittura, e non solo. Hanno appena sperimentato le gioie del vandalismo! Fantastico. Il film si sussegue in turbinìo di ingenuita’ registiche che ne evidenziano la scarsissima qualita’ in termini di scrittura e di montaggio. In non pochi momenti vi sembrera’ di guardare una puntata de “I Cesaroni”, senza offesa per la serie che, diversamente dal film ha un suo perché. Le amoreggianti scaramucce fra Alex (Primo Reggiani, aspirante al trono di Scamarcio) e Sole coinvolgono quanto un litigio fra Ridge e Brooke, e la colonna sonora di Elisa sembra adeguata quanto può esserlo una canzone di Gigi D’Alessio in un film con Wesley Snipes. L’opera di Scarchilli suona dunque come un fallito tentativo di accostarsi e raccontare degnamente il mondo dei writers, che risultano banalizzati e radicalizzati in un manicheismo infantile, che schiera da un lato i fascinosi buoni e talentuosi (i nostri, che sarebbero dunque legittimati a imbrattare i muri delle citta’ “con stile”), dall’altro gli oscuri cattivi sporcaccioni che insozzano per il solo gusto di sporcare (loro si che andrebbero multati!). L’operetta (anche noiosa, a dirla tutta) non si imprimera’ nella vostra memoria (a meno che non abbiate 15 anni e siate  affascinabili da Reggiani), e di certo non si iscrivera’ negli annali della storia del cinema italiano, di genere e non. Diciamo che, a volergli trovare un senso, questi 89 minuti potevano essere buoni come pilot per una fiction serale in stile “Un Medico in Famiglia”, piuttosto che, appunto “I Cesaroni”. Il grande schermo era troppo. Scrivilo Sui Muri: Per…. Mocciosi!

Nota: di Roberta Monno
Scrivilo Sui Muri

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