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The Cell

Recensione: The Cell

Tarsem Singh è un regista di videoclip a suo agio con le sperimentazioni visive, e questo film pullula di colore, geometrie scomposte ma significative, suoni roboanti e movimenti di macchina precisi che privilegiano il campo medio, buoni ad inquadrare le imponenti scenografie, che sono ben più che uno sfondo.

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVDThe Cell racconta le gesta di Catherine (J. Lopez), psicologa del futuro che attraverso un complicato marchingegno (improbabile) entra nella testa dei suoi pazienti (di solito bimbi) e, interagendo con loro “dal di dentro”, cerca di sciogliere quei nodi che li ancorano ad un universo malato e incomunicabile.

Catherine avra’ l’onere e l’onore di entrare nella mente perversa di Carl Stargher (un convincente Vincent D’Onofrio), al fine di svelarne i raccapricci e nella speranza di trovare qualche indizio che aiuti il poliziotto Peter Novak (Vince Vaughn pre panciozzo da birrozza) a ritrovare l’ultima vittima di Stargher, tenuta prigioniera e in vita (per poco) non si sa dove.
Ma Catherine è una sentimentalona e si appassiona al caso del piccolo Carl, che ancora alberga nel Carl adulto, e cerca riparo e conforto. La bootylicious Jennifer non gli neghera’ il suo aiuto. Il film è validissimo dal punto di vista delle immagini che, come gia’ detto,  non lesinano suggestioni importanti e costruiscono la storia ben più dei dialoghi e delle vicende inscenate. La recitazione scarseggia nelle performance di Vaughn (ma come ci è arrivato sto tizio nell’Olimpo di Hollywood?
) e si riprende (pensate un po’) proprio grazie alla Lopez che, immobile e marmoreggiante, risulta quanto meno in parte col personaggio sensibile e introspettivo della psicologa generosa e missionaria, icona del “io ti salverò”. Il montaggio è lineare ma efficace, e segue il ritmo a volte lento a volte accelerato, della mente di Stargher, reale protagonista del film. L’opera si prolunga fino ad ostentare velleita’ etiche, con tanto di interrogativi esistenziali del tipo: quanto possiamo giustificare gli orrori di una mente malata solo perché in precedenza vittima anch’essa?
Quanto il male può muoverci a compassione, se contestualizzato in una cornice biografica di abusi e violenze?

In questo The Cell scopre l’acqua calda e cita liberamente Il Silenzio degli Innocenti, che metteva in bocca niente meno che a Buffalo Bill in persona la frase – alibi “Tu non sai cos’è il dolore!”, rivolgendosi proprio alla vittima che, in fondo ad un pozzo, piangeva ed urlava pieta’. Pare che il soggetto di The Cell abbia ispirato la trama del videogioco Silent Hill 4 – The Room.The Cell: Bellissimo contributo scenografico, ottimo esempio di fotografia d’autore; una festa per gli occhi. Un funerale per gli amanti del thriller.

Nota: di Roberta Monno
The Cell

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