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I Heart Huckabees – Le Coincidenze della Vita

Recensione: I Heart Huckabees – Le Coincidenze della Vita

Questo film (e che sia chiaro) è una presa in giro. Uno sberleffo contagioso e irriverente verso un preciso, circoscritto e determinato mondo.
Ma dobbiamo trovarla insieme una definizione.

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVDè il mondo new age?
Della generazione X post 11 settembre?
è il mondo degli psicologi, dei parapsicologi, dei sostenitori di oblique teorie olistiche che (pur vantando rispettabili origini e intenzioni), si declinano in burle, figlie di un marketing che prolifera su disgraziate insicurezze post ideologiche?

è il mondo estremo e spesso bizzarro e circense delle correnti psicoterapeutiche sistemiche, o delle cosiddette “costellazioni famigliari”, o ecologiche e filoanimistiche, che annoverano inizi accademici importanti e conclusioni spesso disastrose nelle applicazioni quotidiane, ai limiti del truffaldino.
La storia che andiamo a guardare racconta la parabola dal poeta ambientalista Albert Markovski (il brillantemente opaco Jason Schwartzman, noto ai meno come figlio di Talia Shire – l’Adriana di Rocky), impegnato nel tentativo di salvare qualche ettaro di terra, oggetto dell’interesse della selvaggia campagna di speculazione edilizia praticata dai grandi magazzini Huckabees, il cui responsabile è il giovane rampante Brad Stand (Jude Law), che riuscira’ a mettere a tacere Markovski espropriandogli la presidenza del suo comitato  culturale: l’Open Spaces Coalition. Devastato dall’ulteriore fallimento personale e professionale, e ossessionato da un giovane “nero altissimo” incontrato di continuo, Albert decidera’ di rivolgersi a due terapisti moolto particolari: due psicologi esistenzialisti e metafisici (avete presente quel mix micidiale di filosofia, psicologia di nicchia, counselling, life coaching e teoremi new age di cui sopra?
Bene). Il film parte, scorre, corre veloce e autoreferenziale, fa ridere, fa riflettere, anche se non si capisce se nutra ambizioni più ironiche o polemiche. Grandissima e simpaticcissima la performance di Dustin Hoffman che tenta di guarire Albert secondo una particolare tecnica olistica espressa attraverso la teoria della “coperta”, che starebbe a raffigurare un mondo dove tutto è connesso e si tocca con tutto, e non esistono coincidenze ma “legami ” e “segni” da disvelare e decifrare. Divertente sia il personaggio che la prova recitativa di Mark Wahlberg, ossessivo paziente dei due originali strizzacervelli, il cui fantasmagorico progetto diagnostico prevede di inseguire e spiare le vite dei pazienti (con tanto di microfoni nascosti) per ricostruirne le esistenze e ricomporre il senso ultimo delle loro biografie (?
). Sempre sull’orlo dell’isteria il contributo di una monotona e drammatica – a  – qualunque – costo Naomi Watts, volto patologico dei magazzini Huckabees. Studiato, calibrato e voluto è l’apporto della conturbante Isabelle Huppert (filosofa sostenitrice di teorie opposte ai due colleghi), quasi una caratterista, neanche lontanamente paragonabile alla furia recitativa vista e goduta in “8 Donne e Un Mistero” o “La Pianista“. Divine le partiture musicali di Jon Brion, che declamano paradosso a ogni nota, e che ben si sposano con un montaggio cadenzato che rispetta i ritmi della commedia acida.I Heart Huckabees: Pellicola sperimentale coraggiosa e ai limiti del demenziale, in realta’ abbastanza intelligente. Almeno nel far sorridere.La Frase “Pensa alla coperta, Albert.” Dustin Hoffman, I Heart Huckabees, 2004.

Nota: di Roberta Monno
I Heart Huckabees – Le Coincidenze della Vita

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