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Pelle d'Angelo

Recensione: Pelle d’Angelo

Promettente debutto alla regia per Vincent Perez vi diranno. Certo, se amate i polpettoni francesi più classici tutti silenzi e sospiri, fremiti e sguardi ispirati che a tutto alludono e nulla dicono.

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVDBene, eccovi accontentati. La storia di Angele (Morgan More), adolescente “silenziosa come una suora”, imbronciata e, non si capisce bene, se ribelle o estremamente passiva, ci deliziera’ per 82 memorabili minuti in cui vorrete: A) tagliarvi le vene, B) tagliarvi le vene, C) che Vincent Perez si tagli le vene. La diafana fanciulla si imbatte nell’appena divenuto orfano figlio di Depardieu (nel senso che nel film gli muore tla mamma). Ci va a letto. Se ne innamora. Lui non si capisce se è stronzo, distrutto dal dolore per la dipartita della mamma o rimbambito cronicamente e a vita. Nel disperato tentativo di apparire profondo e intenso, baby Depardieu si imbatte in un ruolo da rincitrullito che ne delinea i limiti di espressivita’ e lo consascra alle glorie dello spaccio, attivita’ in cui pare che il rampollo riesca benissimo. Ora, le ambizioni vagamente mistiche che il film accarezza con la religiosa conversione di Angele, sono ai limiti del ridicolo e dello sforzo parossistico. Diciamo che il filmetto (ino, accio) merita di essere ricordato per qualche nota di colore e di gossip: il regista (V. Perez, appunto) è il Cristiano di Cyrano, film sul set del quale ha avuto l’onore di conoscere il collega Gerard Depardieu e a cui, pare in quella circostanza, ha fregato la moglie. I due impostori fedifraghi hanno avuto pure l’ardire di concepire una bambina e, beffa fra le beffe, l’hanno chiamata Roxanne!! Perez sugella quindi il suo patto d’amore con la famiglia Depardieu tentando di sollevare il tossico Guillame dal baratro dell’anonimato e della fama da figlio di padre famoso quindi depresso e drogato.
Non ci riesce.Pelle d’Angelo: Esasperatamente francese. Per chi ama i film muti.La Frase: “Dopo quanto tempo si può dire di conoscere una persona?
Valeria Bruni Tedeschi, Pelle d’Angelo, 2002.

Nota: di Roberta Monno
Pelle d’Angelo

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