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Le Parole che non ti ho Detto

Recensione: Le Parole che non ti ho Detto

Theresa (Robin W. Penn) ritrova sulla battigia il più classico dei message in a bottle, lo porta in redazione del suo giornale e  la lettera (d’amore, of course) viene pubblicata riscuotendo il successo di tutte le casalinghe nei dintorni di Chicago. Ora bisogna trovare l’autore del capolavoro, e Theresa (mandrillona mamma lasciata dal marito) si autocandida per la “ricerca sul campo” nella neanche troppo celata speranza che il novello Shakespeare sia materassabile… Ovviamente lo sarà!

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVDIl film risulta piatto nella trama, nelle atmosfere e nelle situazioni eccessivamente smussate e attutite. I dialoghi, ai limiti dell’irreale subiscono la condanna di un doppiaggio stucchevole ai confini del birignao più fastidioso e teatrale, mentre particolarmente gradevoli appaiono le ambientazioni lagunari, i colori umidi e le suggestioni settembrine che fanno di questo film un prodotto dal (dubbio) valore turistico-ambientalistico. La macchina da presa accarezza languida e sedotta la bella signora Penn, qui sotto effetto di un potente narcotico che la fissa in un’ espressione scimunita e obliqua. Da sottolineare anche un inesistente Paul Newman che si profonde in interpretazione da complemento d’arredo, e il sempre patetico Kevin Costner, panzuto e imbarbarito suscita ilarità nei pani del fascinoso (?
!) marinaio seduttore vagamente outsider ma dalla penna d’oro. Il film in alcuni punti (gli “struggenti” monologhi di Theresa che riflette sulla vita)  vorrebbe profumare di saggezza, mentre l’unica cosa che fa è puzzare di stagnante e nauseare quanto una mela cotogna caramellata. Nulla di riuscito quindi, tranne le scenografie improbabili, (ve lo immaginate un licantropo marinaio solo che vive nella sbrillucicante casetta di Barbie on the beach?
) talmente carine che paiono riprese dritte dritte da HD e possono costituire un serio spunto se si deve arredare il villino al mare. La regia è di una noia massacrante,  e come la sceneggiatura consacra questa (ai tempi pompata) pellicola allo status di plastificato patinato e finto lungometraggio per cinquatenni incolte.
Pessima fra le pessime la sequenza della tempesta finale girata al ralenty e senza suoni.Le Parole Che Non Ti Ho Detto: Orrido esempio di blockbuster dove chiunque vi reciti inserisce una macchia nel proprio curriculum:  Per cinquatenni  orfane dei Ponti di Madison CountyLA FRASE: E quando dovrei venire a trovarti?
” – “Ieri!”  Kevin Costner e Robin W. Penn, Le Parole che non Ti ho Detto, 1998                

Nota: di Roberta Monno
Le Parole che non ti ho Detto

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