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Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello

Recensione: Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello

Recensione della versione estesa del Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello, primo capitolo della saga tratta dall’omonimo romanzo di J. R. R. Tolkien.

La pellicola si caratterizza per alcune omissioni e interpretazioni riduttive (soprattutto a livello temporale: mancano i riferimenti introduttivi al mondo degli Hobbit e la vicenda scorre molto più velocemente rispetto a quanto accada nel testo), ma Peter Jackson e la sua squadra dimostrano di saper più che adeguatamente riprodurre l’anima del romanzo: l’atmosfera di ansia, soggezione e speranza in cui la terra di mezzo sembrò sprofondare in un’epoca – mista di miseria, disperazione ed eroismi – inaugurata dal ritrovamento di un misterioso anello, un tempo che fu di Elfi, Orchi, Nani e Hobbit, durante il quale si svolse una terribile – ma meravigliosa – avventura, mai giunta all’epilogo a causa della bramosia di potere del Re degli uomini (peccato capitale e originale).

La prima parte del film è in realtà un po’ lenta, indugia eccessivamente su alcuni particolari, certamente spettacolari, ma decisamente inessenziali (lo spettacolo di colori e suoni della Contea) ed è assolutamente dominata dalla figura di Bilbo Baggins, esponente di una particolare razza di mezz’uomini, magnificamente rappresentata da Jackson attraverso espedienti tecnici, alcuni classici come la presenza di un doppio set, di cui uno mini per le scene con gli uomini, altri innovativi come l’uso di piattaforme mobili in asse con la macchina da presa per mantenere a fuoco l’illusione ottica degli attori posti a diversa distanza.

L’hobbit, legato al fascino oscuro di un misterioso anello, grazie alle proprie qualità spirituali (bontà, pietà e speranza) e all’intervento di Gandalf (lo stregone dalla barba grigia) riesce a fare la “cosa giusta” (ovvero a lasciare il perverso amuleto nelle mani del nipote Frodo), prima partire per un catartico viaggio.

Quello di Bilbo è il famigerato Unico Anello del potere (“Un anello per domarli, un anello per trovarli, un anello per ghermirli e nel buio incatenarli”), forgiato nella fornace di Monte Fato dal potere di Sauron, il diabolico stregone in procinto di tornare a tessere trame di conquista e distruzione.
Il tentativo di distruggere l’anello, simbolo di cupidigia e materialismo, porta allora alla nascita della cosiddetta Compagnia dell’Anello, un gruppo di guerrieri (non tutti professionisti) di cui fanno parte Aragorn (il Re ramingo), Legolas (l’elfo che non lascia impronte sulla neve), due hobbit della contea (Peregrino Tuc e Meriadoc Brandibuck), Boromir (principe di Gondor, l’unico membro della Compagnia a cadere in battaglia), Gimli (in rappresentanza dei nani) e gli intrepidi, assoluti protagonisti della saga Frodo e Sam, i quali – dopo il primo attacco degli Orchi di Sauron – decideranno di dirigersi da soli a Mordor per compiere autonomamente il destino del portatore dell’anello.
Da segnalare assolutamente le ottime le prove degli attori (anche Orlando Bloom è godibile nella parte dell’elfo inespressivo e anaffettivo), le meravigliose scenografie (alcune naturali in Nuova Zelanda, altre – come Gran Burrone, Isengard o Moria – realizzate con modelli in scala, tutte comunque in grado di rendere il giusto ruolo da protagonista alla Terra di mezzo), la sapiente resa scenica dei momenti clou (le battaglie interiori e gli scontri reali), i ben dosati gli effetti speciali (prodotti dalla Weta, fondata dallo stesso Jackson) che mai intaccano la “natura” del film, ovvero il conflitto manicheo tra speranza e rassegnazione, tra bene e male, due estremi impossibili da conciliare come espresso simbolicamente dalla precoce morte del “dubbioso” Boromir.

Tuttavia, è la realistica rappresentazione psicologica dei personaggi, capace di rendere con profondità i tratti caratteriali dei protagonisti, senza mai cedere alla tentazione di un eccesso di grafica computerizzata (che comunque segna un nuovo “limite” per i film di genere), a rappresentare la mossa vincente di Jackson.

La compagnia dell’Anello non delude e lascia tutti in trepida attesa del sequel.

Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello: ottimo inizio, al capolavoro letterario segue probabile capolavoro cinematografico.
Voto: 7

Nota: di Daniele Rizzo
Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello

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