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Almost Blue

Recensione: Almost Blue

Bologna, l’ispettrice Grazia Negro (Lorenza Indovina) indaga su una serie di omicidi che angosciano la città. Spalleggiata da Simone (un generoso Claudio Santamaria), ragazzo cieco dalle preziose abilità informatiche, catturerà il “killer-iguana”, così chiamato per via del suo assumere le sembianze della vittima di turno.

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVDAlmost Blue risulta promettente, fresco, ammiccante. Ti sfida e sembra intenzionato a vincere. Ti stupisce per quella particolare confezione laminata da cui traspare un malizioso aspetto internazionale, scheggiato da atmosfere noir-rockeggianti, non proprio tipiche del cinema nostrano. La fotografia inebria (un temerario A. Catinari), le musiche sorde frastornano e confondono (Massimo Volume più che al massimo!), ancora  più affilate e patologiche, se possibile, delle invischianti atmosfere visive.
Il montaggio spericolato incuriosisce e seduce, nel suo lampeggiare elettrico e peccaminoso, infilandoti nella mente di chi non vorresti mai incrociare sul tuo cammino: il killer iguana, folle e lucido, nel suo mimetico gioco a nascondino, si cela letteralmente sotto e fra la pelle dei suoi martiri, e tu con lui. La macchina da presa gioca con i sensi dello spettatore, lo stordisce di immagini nuove, audaci, taglienti, appuntite e morbose, che stuzzicano fino all’insostenibile.
Come insostenibile è la crescente sensazione di trovarsi di fronte ad un esercizio di stile ben riuscito, ma spudoratamente privo del minimo palpito del cuore. Grattando una superficie neanche troppo corposa si scopre infatti una sceneggiatura difettosa e sfrontata (memorabile la sequenza in cui Grazia -la poliziotta- e Simone -il testimone cieco- decidono, con una tempistica commovente, di consumare il loro primo amplesso durante un’imboscata al killer… Che ovviamente riuscirà a fuggire!!). La lezione risulta, quindi, tanto antica quanto poco nota: non basta avere a disposizione le migliori tecnologie che il Nuovo Millennio ha da offrire, e non basta nemmeno saperle usare e dosare con navigata maestria, se non si ha tra la mani il sentimento di una storia in grado di emozionare, coinvolgere e convincere, al di là dell’estetismo sventato. Ovviamente non basta nemmeno avere a disposizione una ruggente scuderia di attori, preparata ad eseguire gli ordini di quel che si annunciava essere il pargolo d’oro del cinema italiano. No, direi che tutto questo non è bastato ad Alex Infascelli per ergersi al di sopra di ciò che è, voleva non essere, ma sarà sempre: un regista di videoclip!Almost Blue: Per gli amanti dal made in Italy in salsa american

Nota: di Roberta Monno
Almost Blue

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