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Registi e Attori: Intervista Esclusiva A Paolo Sorrentino Per Il Divo

Registi e Attori: Intervista Esclusiva A Paolo Sorrentino Per Il Divo

Anteo Spazio Cinema, Milano. Dopo il successo de Il Divo, Paolo Sorrentino, coadiuvato dal critico Paolo Mereghetti, risponde alle domande di un pubblico pieno di curiosità e (qualche) perplessita’ circa il nuovo discusso film su Andreotti. Riportiamo stralci delle dichiarazioni di Sorrentino.

Andreotti e’ un personaggio che accompagna la vita di chiunque, da quando siamo bambini. Anzi, mi sono meravigliato che non ci fosse gia’ un film su di lui e ci fosse, come dire, ancora posto. Andreotti mi attraeva perche’ e’ un uomo cosi’ pieno di contraddizioni che lo rendono drammaturgicamente interessante; un uomo di media statura che si presenta equipaggiato come Dio, un’arroganza camuffata da modi curiali. Grandi contraddizioni come l’essere da un lato percepito come inarrivabile, poi pero’ c’e’ l’Andreotti che tutte le domeniche, durante la campagna elettorale dava da mangiare ai romani meno abbienti. Dopo che e’ stato fatto Senatore a Vita pero’ non lo ha piu’ fatto.”

Alla domanda come mai tanta cinematografia su Moro, sempre e solo su Moro, Sorrentino risponde:Moro e’ una figura piu’ immediatamente tragica. Andreotti e’ piu’ cinico. Mi sono affannato a cercare un piano umano che difficilmente viene fuori, e forse, quello che di umano si evince nel film sono solo deduzioni mie.
Tra l’altro detesto quelli che sostengono che i registi non dovrebbero mai prender posizione. E’ un alibi, e mi sono stancato di sentirlo dire, io credo che una posizione bisogna prenderla, soprattutto quando in un modo o nell’altro si affrontano fatti che coinvolgono molti.
In altri Paese in cui ci sono stati dei ’misteri’ si e’ poi giunto ad una verita’. Da noi i misteri sono ancora tali, ed e’ meno facile farne un film, per quanto ricondurre tutti i misteri ad Andreotti e’ stata una semplificazione satirica degli anni addietro, anche perche’ lui incarnava questa figura di grande vecchio
.”

– Perche’ Servillo?
E’ alto come lui. No, ovviamente non e’ il solo motivo, ma sai e’ curioso che quando si pensa ad Andreotti si pensa sempre ad un uomo basso, e invece lui e’ alto. Servillo e’ poi un attore coerente e coraggioso, e siccome come dice Oreste Lionello – Andreotti non e’ un uomo, e’ una macchina- si rendeva necessario una recitazione minimale, rendere molto facendo molto poco, e Servillo era in grado.”

Girando questo film ho scoperto che la DC, che sembra un mondo molto noioso e’ invece molto divertente. Si davano soprannomi fra di loro… Tarzan per esempio era quello di Scotti, per la sua capacita’ di passare da una liana all’altra con molta facilita’, seguendo il vento. Di base poi ho fatto di tutto per spettacolarizzare qualcosa (in senso alto) che avevo paura fosse noioso. Allora ho lavorato molto sul montaggio e il suono.”

E il Senatore e le donne?
Cercavo qualcosa di piu’ triviale circa il rapporto fra Andreotti e le donne. Non l’ho trovato.”

– Con che criterio hai scelto gli attori?
Mi piace lavorare con gli attori intelligenti, che non hanno bisogno che li si spieghi tutto, ma sanno persino capire il carattere del personaggio meglio di come il regista glielo spiegherebbe. Mi piacciono poi gli attori registi, e lavoro bene con gli attori registi di teatro. Fondamentalmente preferisco delegare le spiegazioni allo scritto della sceneggiatura e mi dilungo molto in quella sede, cosi’ non devo instaurare lunghi legami con gli attori che sinceramente trovo stancanti.”

– Cosa risponde a chi ha detto che il suo film, insieme a quello di Garrone, ha la colpa di lavare i panni sporchi in piazza?
Lavare i panni in piazza era un’espressione molto cara ad Andreotti, ultimamente ripresa da qualche avvenente e spregiudicata ragazza. Cito Gramellini nel rispondere che i film non sono depliant turistici. La bellezza non e’ nelle colline toscane, come la bruttezza non e’a Scampia.”

– Come mai queste scenografie?
“Ci tenevo a restituire al potere laico quelle atmosfere che io immagino siano quelle del Vaticano. Credo che i due poteri non siano dissimili. Volevo rendere nota la parte occulta del potere in Italia.”

– Ha mai incontrato il Senatore?
: “Nelle due volte in cui ci siamo visti lui ha parlato per tre ore senza raccontare nulla di significativo. Lui e’ un grande conversatore, salta da un’argomento all’altro, e poi, proprio mentre tu magari ti stai assopendo se ne esce con una frase che vuole farti capire che lui ha accesso a un mondo
a cui tu non accederai mai. Ci tiene a farti intuire che questo mondo, magari, tu non sai neanche che esiste. Sa farti capire che lui le cose le sa con largo anticipo.
La percezione di averlo sentito parlare per ore senza aver cavato un ragno dal buco e’ qualcosa che è capitato a molti giornalisti. Tanto materiale da sbobinare per poi accorgersi che non c’era niente su cui scrivere un pezzo
.”

– Faresti un film su Berlusconi?
Ci sono delle analogie. Anche lui ha delle zone d’ombra che in Svezia farebbero urlare all’ineleggibilita’, qui tutto sommato affascinano. Entrambi sanno usare i mezzi di comunicazione. Ma Berlusconi non mi incuriosisce cosi’ tanto. Un’altra mia ossessione e’ Roberto Gervaso, prima o poi vedrete che faro’ un film su di lui. Anche Cuccia mi affascina, ma e’ ancora piu’ impenetrabile di Andreotti.”

– Come mai le scelte musicali?
Ho voluto a tutti i costi ’I Migliori Anni Della Nostra Vita’, e’ uno ’sbaglio’ cinematografico perche’ e’ di molto successiva. Perversamente Renato Zero e i Ricchi e Poveri mi piacciono.”

– Tagli dolorosi?
E’ stato doloroso tagliare la scena in cui Andreotti dichiara di aver fatto di tutto per non far scarcerare i boss mafiosi con un decreto dell’ultimo minuto. Tagliare quella scena, che era venuta male, era amputargli un’autodifesa, e in qualche modo ho voluto rimediare compensando. In questo film se facevi un taglio Andreotti sembrava un santo. Ne facevi un altro e appariva un demonio.”

– Soddisfatto?
Molto. Qui trovo meglio coniugati forma e contenuto, mentre nel film precedente la ricerca formale era fin troppo preponderante.”

Nota: di R. M

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