Il destino di un popolo

Un “mal d’Africa” intriso di festa e denuncia: è Verdilizzante, in scena al Teatro Out Off.

Alcune note di musica elettronica, i vocalizzi lirici del soprano Bingbing Wang, la scena che, illuminata dalle luci di taglio che creano movimenti di penombra, si anima di suggestioni africane: entriamo subito in un mondo fatto di riti atavici, di gesti, di colori.

Alfie Nze, giovane autore di origini nigeriane, porta in scena il suo quarto spettacolo: Verdilizzante. Il titolo è un ironico gioco di parole tra “fertilizzante” e “verde”, il colore che la pelle assume dopo essere entrati in contatto con la misteriosa sostanza portata in Nigeria dagli aiuti umanitari italiani: una sostanza che non serve a combattere l’arsura di una terra che non vede mai la pioggia, ma che provoca la morte. Sono rifiuti tossici, di cui l’Italia si è sbarazzata con un inganno.

L’argomento di Verdilizzante è tratto da un evento che, nella metà degli anni Ottanta, ha sconvolto la Nigeria: un carico di rifiuti radioattivi proveniente dall’Italia viene scaricato sulle coste nigeriane e utilizzato per errore dagli abitanti del posto come fertilizzante.

Alfie Nze ha scritto il testo immediatamente dopo questo disastro: non un atto d’accusa contro l’Italia, ma una vera opera di denuncia contro la presunzione di tutti i Paesi occidentali di avere più diritto di altri popoli di vivere in un ambiente pulito, e contro l’arroganza di utilizzare i Paesi del Terzo Mondo come la propria legittima diascarica.

Una tematica quanto mai attuale in un momento storico dominato dai disastri ambientali e dalle polemiche sul nucleare, rinvigorite dal recente disastro di Fukushima.

Protagonista è una madre che attende con speranza un futuro migliore per il proprio bambino e per il proprio popolo: riceve con gioia la notizia dell’invio degli aiuti dall’Italia, ma presto la speranza lascia il posto al dolore.

Con un linguaggio che trae spunto dalla performance e dal teatrodanza, lo spettacolo mette in scena un popolo festoso e colorato, martoriato da una siccità devastante, ma capace di essere ottimista e di avere fiducia nella solidarietà degli uomini.

Il ruolo della madre è interpretato dalla danzatrice Britta Oling, una splendida figura che, con i suoi movimenti, trasmette la leggerezza e la ricchezza spirituale di un intero popolo.

Insieme a lei in scena Rufin Doh, a cui è affidata la scena rituale della lettura dei segni divini, e il doppio ruolo di narratore e di cinico trafficante che si arricchisce sulle morti provocate dai rifiuti tossici. Accanto a loro una compagnia eterogenea in cui si mescolano etnie differenti.

La regia di Alfie Nze, se a volte scivola in una rappresentazione stereotipata del popolo africano, riesce a trasportarci in un universo di simboli e gesti appartenenti a una cultura che mette al centro l’Uomo.

È una serata in cui si respira aria di festa: i colori e la musica dello spettacolo, una platea composta, per una volta, da un pubblico diverso dagli habitués del teatro, e gli auguri che, alla fine dei ringraziamenti, Alfie Nze rivolge al Teatro Out Off perché si possa aprire, a Milano, una nuova stagione anche per la cultura. Un augurio che tutti sentiamo come rivolto un po’ anche a noi, perché – come si dice nello spettacolo – «si possa aprire una nuova stagione di speranza».

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Out Off
Via Mac Mahon, 16 – Milano

Vivafrica – in collaborazione con Itai Doshin Dance e Theatre Company presentano:
Verdilizzante
testo e regia Alfie Nze
con Rufin Doh, Britta Oling, Libero Stelluti, Karun Grasso, Bingbing Wang, Giuliana Bellini, Taty Rossi, Jiae Kim
musiche originali Maurizio Corbella
coreografie Britta Oling
costumi e scenografia Stefania Coretti e Vittoria Papaleo
(durata un’ora)